martedì 31 maggio 2011

Recensione THE HOUSEMAID (2010)

Recensione the housemaid (2010)




Regia di Sang-soo Im con Lee Jung-jae, Yoon Yeo-jeong, Seo Woo,Jeon Do-yeon, Hwang Jung-min, Moon So-ri, Kim Jin-Ah

Recensione a cura di Francesca Caruso

"The Housemaid" è la reinterpretazione, 50 anni dopo, del film di Kim Ki-young, pietra miliare del cinema sud coreano. Il regista e sceneggiatore Im Sang-soo crea una versione molto personale: "le similitudini con l'originale sono un 30%, per il resto ci ho messo del mio" spiega l'autore. Questo perché non era interessato a fare un semplice remake, ma attraverso la storia che vi si racconta, affrontare alcune tematiche sociali d'oggi, che gli stanno a cuore.

Euny viene assunta come domestica da una ricca famiglia. Il marito, Hoon, sta tutto il giorno fuori casa per lavoro e la moglie, Hera, è incinta del secondo figlio. Euny si occupa anche della loro primogenita, una bambina sveglia e amorevole. Dopo poco, Hoon seduce la ragazza, con la quale instaura rapporti carnali notturni. La governante in capo, accortasi che Euny è rimasta incinta, lo rivela alla madre di Hera e ciò scatenerà una serie di conseguenze inattese.

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lunedì 30 maggio 2011

Recensione IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA

Recensione il ragazzo con la bicicletta




Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne con Cécile de France, Thomas Doret, Jérémie Renier, Fabrizio Rongione, Egon Di Mateo, Olivier Gourmet

Recensione a cura di Mimmot

Il cinema dei fratelli Dardenne, Luc e Jean Pierre, si caratterizza da sempre per lo stile asciutto e raffinato con cui elaborano contenuti e forme, uno stile che si concretizza nella rappresentazione sul grande schermo di storie grandi e piccole, aventi per protagonisti personaggi comuni che vivono le ingiustizie della vita e del mondo.

La loro è una cinematografia dura, tagliente, asciutta, dal punto di vista narrativo e formale, quasi documentaristica,che indaga le zone d'ombra più recondite della realtà contemporanea.
Il loro umanesimo-sociale di denuncia che, per certi versi, li accumuna ai britannici Ken Loach e Mike Leigh, li porta a rivolgere lo sguardo verso le classi sociali più deboli, poveri ed emarginati, del Belgio, e soprattutto verso i minori che vivono in un ambiente privo di stimoli adeguati, in un mondo di degrado sociale, povertà, disoccupazione, sfruttamento, delinquenza.

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venerdì 27 maggio 2011

Recensione RIFLESSI IN UN OCCHIO D'ORO

Recensione riflessi in un occhio d'oro




Regia di John Huston con Marlon Brando, Elizabeth Taylor, Brian Keith, Julie Harris, Robert Foster, Harvey Keitel, Robert Forster

Recensione a cura di kowalsky (voto: 8,5)

"Qualche uomo ha il dono particolare di saper rinunciare una volta a se stesso, prima che la passione ed il vizio lo conducano verso un altro essere umano o verso un'idea umana"
Da "Il cuore è un cacciatore solitario" di Carson McCullers

Un romanzo, un film, entrambi rendono evidenti gli schemi oltre i quali un meccanismo può rompersi. L'inizio è già la fine, o meglio ne annuncia l'imminente sipario. Tutti i protagonisti, a cominciare dall'inquietante soldato E. Williams, sono destinati a soccombere metaforicamente nello spazio ristretto e monolitico di un campo militare della Georgia. In realtà una vera e propria fine è predestinata a due soli personaggi, ma l'assenza di contatto con il mondo esterno rende tangibile la prospettiva di un epilogo annunciato.

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giovedì 26 maggio 2011

Recensione UN PERFETTO GENTILUOMO

Recensione un perfetto gentiluomo




Regia di Shari Springer Berman, Robert Pulcini con Katie Holmes, Paul Dano, Kevin Kline, John C. Reilly, Cathy Moriarty, Alicia Goranson, Patti D'Arbanville, Celia Weston, Jason Butler Harner, Marian Seldes, Alex Burns, Rafael Sardina

Recensione a cura di Carlo Baldacci Carli (voto: 5,0)

"Un gentiluomo e i suoi impulsi devono vivere in perenne compromesso".

Louis Ives (Paul Dano) è un giovane letterato che è vittima di una crisi della propria identità sessuale e che immagina la propria vita come se fosse il protagonista di un romanzo di F. Scott Fitzgerald. Henry Harrison (Kevin Kline) è un commediografo squattrinato e un distinto gentiluomo d'altri tempi che vive di espedienti e che fa il gigolò per attempate e ricche signore non per guadagnare, ma per vivere ai livelli di una classe sociale che non gli appartiene più. Louis, dopo un imbarazzante incidente che provoca il suo licenziamento, si reca a New York alla riscoperta di se stesso e con l'intenzione di diventare uno scrittore. Qui conosce Henry Harrison che per sbarcare il lunario è costretto a subaffittare il proprio appartamento. Il rapporto che si instaura fra i due corre sul binario della dialettica discepolo/maestro propria del roman d'apprentissage.

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lunedì 23 maggio 2011

Recensione CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA

Recensione cantando sotto la pioggia




Regia di Stanley Donen, Gene Kelly con Gene Kelly, Donald O'Connor, Debbie Reynolds, Jean Hagen, Millard Mitchell, Cyd Charisse, Douglas Fowley

Recensione a cura di Corinna Spirito (voto: 10,0)

E' il 1927 a Hollywood, data in cui alle immagini cinematografiche viene aggiunto il sonoro. Don Lockwood (Gene Kelly) e Lina Lamont (Jean Hagen) sono due grandissime star del cinema muto: sullo schermo interpretano sempre una coppia di innamorati e per questo la stampa li ha designati come tali anche nella realtà, nonostante tra loro non ci sia niente di più di un rapporto di lavoro, visto il disprezzo che Don prova nei confronti di Lina. Una sera, dopo la premiere di uno dei loro film, Don conosce Kathy Selden (Debbie Reynolds) e ne resta folgorato. Kathy è un'aspirante attrice di teatro, che, in assenza di un ruolo, lavora in spettacoli di cabaret. E' bella, talentuosa, divertente e, nonostante il primo approccio con Don Lockwood sia un "punzecchiarsi" a vicenda sul proprio mestiere, i due si innamoreranno facilmente l'uno dell'altra.

Nel frattempo il primo film sonoro ha avuto un successo strepitoso: il pubblico vuole altri film parlati, così Simpson, il produttore di Don e Lina, è costretto a prendere la decisione di far diventare parlato l'ultimo film in produzione della coppia. L'esperimento non riesce granchè bene e uno screen test rivela che il film, una volta uscito nelle sale, sarà un fiasco. Bisogna porre rimedio a questo disastro, ma come? Cosmo (Donald O'Connor), il migliore amico di Don, nonché ballerino e compositore, trova una soluzione: trasformare il film in un musical. È un'idea fantastica: sarebbe un film innovativo e piacevole, Don è un ottimo cantante e ballerino, ma… Lina ha una voce tremenda. Ecco, però, che entra in gioco Kathy: doppierà lei Lina e salverà il film. Le presterà la voce solo per questa volta, dopodiché tutti potranno apprezzare il suo grande talento in un film che la vedrà protagonista. Almeno questa è l'idea, finchè Lina non cercherà un modo per tenere Kathy nell'ombra ed obbligarla a doppiarla in tutti i suoi film successivi.

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venerdì 20 maggio 2011

Recensione FAHRENHEIT 9/11

Recensione fahrenheit 9/11




Regia di Michael Moore con Michael Moore

Recensione a cura di Mimmot

Nel 2004 il ciclone Michael Moore irrompe a Cannes e conquista una Palma d'oro politica in un festival molto politico, e la dedica "ai ragazzi in America e in Iraq, e a tutti coloro che soffrono per gli errori degli Stati Uniti"; dopo aver gridato alla giuria: "Ma cosa avete fatto? Avete fatto tutto questo per mettermi nei guai?" E in effetti il film (con la vittoria a Cannes) avrebbe potuto effettivamente metterlo nei guai, perchè racconta, con minuzia giornalistica, le bugie dell'amministrazione Bush e ne denuncia gli errori.

Perchè "per una bugia e tanti errori Bush ha portato l'America in guerra, per il petrolio e per le relazioni della sua famiglia ha mandato tanti giovani a morire".
Avrebbe potuto metterlo nei guai perchè il film è un implacabile atto d'accusa contro il presidente americano George W. Bush e i collaboratori che s'è portato alla Casa Bianca, dopo una vittoria elettorale non proprio limpidissima, che tanti dubbi sulla sua legittimità ha lasciato dietro di sé.
E non c'è neppure un fotogramma senza che quell'atto d'accusa non trovi una sua valida giustificazione.

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giovedì 19 maggio 2011

Recensione L'UOMO CHE FUGGI' DAL FUTURO

Recensione l'uomo che fuggi' dal futuro




Regia di George Lucas con Robert Duvall, Maggie McOmie, Donald Pleasence, Ian Wolfe

Recensione a cura di Giordano Biagio

Dopo l'esplosione di gran parte degli ordigni nucleari presenti sulla Terra, causata da radiazioni solari di straordinaria intensità, l'umanità superstite si rifugia in alcuni sotterranei della crosta terrestre per ripararsi dalle mortali radiazioni. Col tempo si formano agglomerati urbani militarizzati, di alto livello tecnologico.
Siamo nel XXV secolo, la società sotterranea è strettamente controllata dalle macchine, che programmano anche le nascite in provetta dei cittadini cercandone la perfezione genetica.

Alla base della sublime e ricercata compiutezza dell'uomo nuovo ci sarebbe il bisogno di una società altra, caratterizzata dall'assenza nei suoi membri di ogni pensiero critico, un risultato collettivo che può solo scaturire dalla manipolazione scientifica della biochimica di alcune parti dell'organismo, in particolare di quella neuronica responsabile della produzione dei desideri più insistenti.
L'assunzione poi coatta di opportune droghe, per chi non risulta creato perfettamente, garantisce una sopravvivenza malinconica senza sentirsi del tutto esclusi, situando gli irregolari sul bordo incerto di una dignità tutta da reinventare.

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mercoledì 18 maggio 2011

Recensione IL MONDO DI APU

Recensione il mondo di apu




Regia di Satyajit Ray con Soumitra Chatterjee, Sharmila Tagore, Swapan Mukherjee, Alok Chakravarty

Recensione a cura di amterme63 (voto: 10,0)

I capolavori "Pather Panchali" e "Aparajito" ebbero coronamento nel 1959, quando il regista indiano Satyajit Ray girò "Apur Sansar" ("Il mondo di Apu"), completando la cosiddetta "Trilogia di Apu". A differenza dei film precedenti, quest'ultimo si concentra più che altro su temi di natura esistenzialista, e in special modo sul contrasto fra sogni e aspirazioni da una parte e responsabilità e doveri dall'altra.

Ray in pochissimi anni era riuscito ad acquisire grande esperienza cinematografica, rivelando grande capacità e finezza nell'esprimere tramite la mdp l'animo e i sentimenti delle persone. "Il mondo di Apu", oltre a conservare la spontaneità, la naturalezza e la verità dei film precedenti, incanta per la preparazione e lo studio della messa in scena, per l'attenzione alle espressioni dei personaggi, come pure per l'uso attento dei tempi di svolgimento.
Ogni inquadratura, ogni particolare scenografico è curato nei minimi dettagli. Ne viene fuori un film compatto, concentrato, espressivo che prende, coinvolge, emoziona, nonostante la lentezza scenica e la povertà di dialoghi. E' l'emozione che scaturisce dalla visione che comunque supplisce a tutto.
L'opera ha la sua degna conclusione nella scena finale, fra le più belle e intense che siano mai state girate.

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martedì 17 maggio 2011

Recensione MACHETE

Recensione machete




Regia di Robert Rodriguez, Ethan Maniquis con Danny Trejo, Michelle Rodriguez, Jessica Alba, Robert De Niro, Lindsay Lohan, Cheech Marin, Jeff Fahey, Steven Seagal, Don Johnson, Rose McGowan, Daryl Sabara, Shea Whigham, Cheryl Chin, Electra Avellan, Elise Avellan, Tom Savini, Tina Rodriguez

Recensione a cura di Carlo Baldacci Carli (voto: 7,5)

"Esistono tante leggi, ma se non offrono giustizia allora sono soltanto linee tracciate nella sabbia"

Messico. Un agente federale soprannominato Machete (Danny Trejo), cade in una trappola ordita dal narcotrafficante Torrez (Steven Seagal) che stermina la sua famiglia e gli rifiuta una morte onorevole secondo la filosofia del bushido, di cui Torrez sembra essere seguace.

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mercoledì 11 maggio 2011

Recensione IMMATURI

Recensione immaturi




Regia di Paolo Genovese con Raoul Bova, Ricky Memphis, Luca Bizzarri, Barbora Bobulova, Paolo Kessisoglu, Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Anita Caprioli, Maurizio Mattioli, Giovanna Ralli, Giulia Michelini

Recensione a cura di peucezia

Secondo film del regista Paolo Genovese, "Immaturi" sdogana un incubo comune a molti: l'annullamento dell'esame di maturità e l'obbligo a rifarlo come allegoria di un passato irrisolto che ritorna e del sottile confine che divide gli anni spensierati dell'adolescenza e quelli destinati a essere più concreti della vita attiva o matura.

Protagonisti del film un gruppo di quasi quarantenni ex amiconi al tempo del liceo, irrisolti e immaturi quasi quanto gli attuali diciottenni: c'è lo psichiatra infantile sulla carta appagato sentimentalmente e professionalmente che entra in crisi quando la compagna gli annuncia la sua imminente paternità; c'è la chef in terapia per presunta ninfomania; c'è il mammone attaccato al suo lettino a castello e ai pranzetti con papà e mammà; il dj radiofonico che s'inventa moglie e figlio pur di non avere una famiglia reale con la donna che ama; c'è la divorziata in carriera con una figlia bambina più saggia e determinata di lei.

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martedì 10 maggio 2011

Recensione CAPE FEAR - IL PROMONTORIO DELLA PAURA

Recensione cape fear - il promontorio della paura




Regia di Martin Scorsese con Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange, Juliette Lewis, Joe Don Baker, Robert Mitchum, Gregory Peck, Martin Balsam

Recensione a cura di The Gaunt (voto: 9,0)

Nel momento in cui si accingeva al progetto di "Cape Fear", Martin Scorsese attraversava un momento piuttosto altalenante riguardo al successo commerciale delle sue pellicole. Una mare sconfinato di polemiche avevano accompagnato le proiezioni de "L'ultima tentazione di Cristo", mentre il film successivo, "Goodfellas", aveva messo d'accordo tutti, pubblico e critica. Forte quindi del successo di quest'ultima pellicola, il progetto del remake di "Cape fear" si presenta come un'occasione eccellente per continuare a consolidare la riuscita commerciale delle sue pellicole, senza tuttavia svilire le sue tematiche nei confronti dell'industria hollywoodiana.

Per la preparazione al film nulla viene di certo lasciato al caso: i soldi della Amblin di Steven Spielberg in aggiunta a quelli della da poco nata Tribeca di Robert De Niro garantiscono a Scorsese la possibilità di poter comporre un cast tecnico di eccellente valore, a cominciare dalla fotografia di Freddie Francis, fino ad arrivare ad Elmer Bernstein a cui si deve l'ottimo adattamento della musica originale di Bernard Herrman e senza dubbio uno dei punti di forza di questo film.

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lunedì 9 maggio 2011

Recensione WORLD INVASION: BATTLE LOS ANGELES

Recensione world invasion: battle los angeles




Regia di Jonathan Liebesman con Michelle Rodriguez, Aaron Eckhart, Bridget Moynahan, Lucas Till, Joey King, Jim Parrack, Michael Peña, Taylor Handley, Ramon Rodriguez, Noel Fisher, Cory Hardrict, Taryn Southern, Ne-Yo, Michelle Pierce, Beau Brasso, Susie Abromeit, Jadin Gould, Brandi Co

Recensione a cura di Giordano Biagio

Nell'estate del 2011 alcuni meteoriti irrompono nell'atmosfera terrestre e cadono, frenati da una forza misteriosa, nei pressi di alcune grandi città sparse per gli Stati Uniti, tra queste Los Angeles.

Nascosti al loro interno vi sono strumenti bellici, armi da combattimento, cloni-soldati alieni che si riversano nelle metropoli formando un esercito coordinato da segnali elettronici, provenienti da astronavi madri in grado di svolgere anche la funzione di veri e propri carri armati volanti.
L'esercito alieno ingaggia una rapida e brutale guerra di invasione contro i civili e i soldati americani.

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giovedì 5 maggio 2011

Recensione L'ALTRA VERITA'

Recensione l'altra verita'




Regia di Ken Loach con Mark Womack, John Bishop, Najwa Nimri, Trevor Williams, Stephen Lord, Andrea Lowe, Geoff Bell, Jack Fortune, Talib Rasool, Craig Lundberg, Russell Anderson, Jamie Michie, Bradley Thompson, Daniel Foy, Maggie Southers, Anthony Schumacher, Donna Elson, Jaim

Recensione a cura di Mimmot

Kean Loach, 74 anni a sinistra, appartiene ad una generazione che ha avuto modo di conoscere, fin dall'infanzia, le asprezze della vita.
Asprezze che dispiega sempre nel suo cinema "contro": contro la sistematica demolizione del welfare, contro il liberismo sfrenato, contro il dominio del capitalismo occidentale, contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, contro le lacerazioni della sinistra europea. Cinema ideologico, certo, ma sempre realistico e coraggioso.
E onesto, soprattutto.
Un cinema senza sentimentalismi e senza eccessivo didascalismo, disegnato sulle facce dei suoi personaggi, spesso proletari, con una visione sempre netta delle cose e l'aspirazione verso quel socialismo democratico e trotzkista, a cui da anni, non fa mistero di credere.

Con "L'altra verità", Kean Loach, coadiuvato dall'inseparabile sceneggiatore e amico Paul Laverty, rivolge il suo sguardo "contro", all'Iraq e alla sporca guerra di Bush e Blair, che da anni, ormai, insanguina le sue strade.
Ed in particolare al mondo dei contractors (potenza del significato occulto delle parole, per cui, basta semplicemente chiamare contractors i vecchi mercenari, oppure esportatori di democrazia gli speculatori imperialisti interessati al petrolio, o ancora escort le giovani prostitute al servizio dei potenti perchè, in una sorta di traslazione semantica, il significato negativo originario di questi termini acquisti nuovo valore, assolutamente accettabile dall'immaginario popolare) che quella guerra combattono, assoldati da società private per svolgere, dietro lauti compensi, azioni belliche e paramilitari a sostegno degli eserciti dei paesi occupanti, o per provvedere alla sicurezza delle grandi corporation che operano nella martoriata capitale irachena speculando sugli affari che girano attorno a quella guerra.

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