giovedì 19 maggio 2011

Recensione L'UOMO CHE FUGGI' DAL FUTURO

Recensione l'uomo che fuggi' dal futuro




Regia di George Lucas con Robert Duvall, Maggie McOmie, Donald Pleasence, Ian Wolfe

Recensione a cura di Giordano Biagio

Dopo l'esplosione di gran parte degli ordigni nucleari presenti sulla Terra, causata da radiazioni solari di straordinaria intensità, l'umanità superstite si rifugia in alcuni sotterranei della crosta terrestre per ripararsi dalle mortali radiazioni. Col tempo si formano agglomerati urbani militarizzati, di alto livello tecnologico.
Siamo nel XXV secolo, la società sotterranea è strettamente controllata dalle macchine, che programmano anche le nascite in provetta dei cittadini cercandone la perfezione genetica.

Alla base della sublime e ricercata compiutezza dell'uomo nuovo ci sarebbe il bisogno di una società altra, caratterizzata dall'assenza nei suoi membri di ogni pensiero critico, un risultato collettivo che può solo scaturire dalla manipolazione scientifica della biochimica di alcune parti dell'organismo, in particolare di quella neuronica responsabile della produzione dei desideri più insistenti.
L'assunzione poi coatta di opportune droghe, per chi non risulta creato perfettamente, garantisce una sopravvivenza malinconica senza sentirsi del tutto esclusi, situando gli irregolari sul bordo incerto di una dignità tutta da reinventare.

[...]

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