Recensione bronson
Recensione a cura di pompiere (voto: 6,0)
E' arrivato sui nostri schermi, dopo circa tre anni dalla prima distribuzione, il "detenuto" film di Nicolas Winding Refn, l'appena palmato miglior regista all'ultimo Festival di Cannes con "Drive" (lo vedremo in Italia nel prossimo autunno). In "Bronson" Refn ci racconta la storia del carcerato più pericoloso del Regno Unito. Colui il quale ha trovato in galera una seconda casa. Partendo dai primissimi istinti di ribellione nelle aule scolastiche, passando attraverso l'iniziale misera rapina a diciannove anni, e arrivando alle rissose baruffe coi secondini e i compagni di cella.
Il vero nome del protagonista è Michael Peterson, un uomo che perde subito la sua vera identità. Incerto sulle capacità artistiche da intraprendere per diventare famoso, Michael rompe gli indugi risolvendo tutto in una fuga da se stesso. Un allontanamento progressivo dal corpo che lo illude di trovare il suo vero spirito. Una ritirata che non assomiglia ai personaggi granitici interpretati da Charles Bronson (questo il "nome d'arte" coniato per lui): invece di andare incontro al problema, Michael se ne allontana vigliaccamente.
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