giovedì 23 giugno 2011

Recensione IL DIARIO DI UN CURATO DI CAMPAGNA

Recensione il diario di un curato di campagna




Regia di Robert Bresson con Claude Laydu, Nicole Maurey, Joan Riveyre

Recensione a cura di kowalsky (voto: 10,0)

"QUANT'E' MERAVIGLIOSO CHE SI POSSA DONARE CIO' CHE NON SI HA"

In un recente film di Xavier Beavoir, "Uomini di Dio", una confraternita accetta di condividere il martirio come forma imbelle di espressione religiosa. Quegli uomini, che provano per pochi istanti un senso di desolante smarrimento, si arrendono illusi e fatalisti davanti alla grandezza agiografica della loro missione. Eppure non esiste orgoglio abbastanza forte da sovrastare la conciliazione spirituale come riflesso di una dedizione assoluta verso le nostre azioni.
Il curato d'Ambricourt, protagonista di questo film, è invero insicuro della sua spiritualità, che tende a frantumarsi con le debolezze fisiche e psicologiche dell'umanità che lo circonda, con quella forte predisposizione al compatimento che lo rende, di fatto, vittima del suo stesso ruolo. Nessuna persona dotata di buon senso vorrebbe cercare in lui quell'elemento spirituale di cui forse ha bisogno. Ne percepisce sofferenza, non liberazione. Lo stato d'animo è una prostazione assoluta, che reclama amorevoli cure, oltre al coraggio di affrontare il silenzio, la morte, la separazione dai propri cari.

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