venerdì 18 gennaio 2013

Recensione QUINTO POTERE

Recensione quinto potere




Regia di Sidney Lumet con Faye Dunaway, William Holden, Peter Finch, Robert Duvall, Wesley Addy, Beatrice Straight

Recensione a cura di Federica Ragnini AKA faith81 (voto: 10,0)

"La televisione non è la verità!"
Girato nel 1976 da Sidney Lumet, "Quinto Potere" rappresenta la più esaustiva e realistica descrizione delle dinamiche sociali, psicologiche ed economiche alla base del più potente mass media in cima alla vetta da oltre cinquanta anni: la televisione. Per la sua completezza di contenuti e dialoghi viene considerato dai cultori, sia del cinema che della comunicazione di massa, un eccellente prodotto cinematografico, grazie anche alla sua vincente minuziosità nel voler raccontare, in formula puramente realistica, le rigide e disumane regole del business mediatico, per giungere alla descrizione delle principali teorie della comunicazione di massa elaborate nei fervidi anni '70 (tra cui gli studi di Marshal McLuhan).
Vincitore di quattro premi Oscar, tra cui miglior sceneggiatura, mostra al pubblico come il concetto di strumentalizzazione delle emozioni, elaborato dai network americani, abbia ottenuto consensi e risultati mai raggiunti prima; siamo agli albori della Real Tv che cambierà radicalmente il concetto di programma televisivo. La storia di un uomo depresso e di un Network Televisivo in fallimento vengono documentati da una brillante sceneggiatura che rivela allo spettatore quel mondo nascosto dietro le telecamere, pronta a smascherare gli incantesimi mediatici che continuano a persuadere l'opinione pubblica in quanto, come diceva il professor O'Blivion: "La televisione è la realtà, e la realtà è meno della televisione" (Cit. "Videodrome" - 1983)

"Questa è la storia di Howard Beale"

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