martedì 5 marzo 2013

Recensione LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO

Recensione la classe operaia va in paradiso




Regia di Elio Petri con Gino Pernice, Salvo Randone, Mietta Albertini, Mariangela Melato, Gian Maria Volontè

Recensione a cura di Compagneros

"La classe operaia va in paradiso" è un film di Elio Petri uscito nel 1971. Fu vincitore del Grand Prix per il miglior film al Festival di Cannes del 1972. La coppia protagonista è costituita da Gian Maria Volontè e Mariangela Melato, Menzione Speciale a Cannes per il primo e Nastro d'Argento per la seconda.
Al momento dell'uscita nelle sale il film suscitò aspre polemiche nell'ambiente cinematografico e intellettuale, gran parte delle critiche vennero da sinistra. Il regista Jean-Marie Straub, per esempio, dichiarò pubblicamente che tutte le copie del film avrebbero dovuto essere immediatamente bruciate.

Ludovico Massa, detto Lulù, è un uomo di 31 anni ma ne dimostra molti di più, ha due famiglie e fa l'operaio già da 15 anni. Il lavoro gli ha procurato due intossicazioni da vernice e un'ulcera. È uno stakanovista e un sostenitore del lavoro a cottimo che gli consente di permettersi una vita discreta. Lulù è un modello per la direzione, viene utilizzato come metro di paragone per stabilire i tempi di tutti i suoi colleghi. La sua vita sociale però è pressoché nulla e i rapporti con entrambe le famiglie sono molto freddi.
Da questa alienazione totale Lulù alza la testa quando, un giorno, in seguito ad un incidente sul lavoro, perde un dito. Ha una sorta di illuminazione che lo porta a considerare la sua posizione di sfruttato, si schiera contro il ricatto del lavoro a cottimo e abbraccia le estremistiche rivendicazioni di certi studenti e di alcuni operai della fabbrica in contrapposizione alle posizioni più moderate dei sindacati. Questa svolta costa a Lulù il posto di lavoro, inoltre viene anche lasciato dalla compagna che non apprezza il suo aver abbracciato un'ideologia di sinistra. Lulù rischia così di impazzire come Militina, un ex compagno di fabbrica che talvolta va a trovare in manicomio. Dopo un periodo cupo la compagna torna a vivere con Lulù che lentamente sembra ristabilirsi. Una notte gli viene comunicato da dei suoi compagni che, grazie al sindacato, si è ottenuta la sua reintroduzione in fabbrica. Il finale lo vede ad una rumorosissima catena di montaggio, intento a raccontare ai compagni di un sogno in cui tutti gli operai sfondavano un muro ed entravano in paradiso.

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