Recensione fudoh: the new generation
Recensione a cura di quadruplo (voto: 8,0)
Non è semplice descrivere o classificare le peculiarità del cinema di Takashi Miike, eclettico regista giapponese, così come non lo è inserire "Fudoh: the new generation" e gli altri suoi film in un unico genere. Probabilmente è proprio questa una delle sue principali caratteristiche: integrare generi, tematiche e stili a volte completamente diversi in un unico film. Dire "integrare" è diverso rispetto a "mescolare": ogni singolo elemento ha difatti una propria funzione specifica e svolge un'azione sinergica per il risultato finale.
Nella sterminata produzione del cineasta orientale spiccano per notorietà le pellicole "Ichi the killer", "Audition", "Visitor Q" e "Dead or Alive"; se però si vuole comprendere appieno il Miike-pensiero è necessario andare oltre questi quattro capolavori, rivolgendosi ad una più che prolifica filmografia, costituita da una settantina di film fino ad oggi in quindici anni di carriera.
Cercare di vederli tutti è comunque una sfida persa in partenza.
Alcuni esistono solo in VHS, altri non sono mai stati né importati né sottotitolati in inglese (sorvoliamo sull'italiano): probabilmente è possibile per lo sperduto cinefilo occidentale vederne solo la metà (a tale proposito, per chi volesse approfondire la storia, le tematiche e la filmografia di Miike è consigliata la lettura di "Agitator", di Tom Mes).
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