Recensione awake - anestesia cosciente
Recensione a cura di peter-ray (voto: 4,5)
Clayton, giovane manager con una promettente carriera all'orizzonte già avviata, è malato di cuore ed è in attesa di un organo sano che lo possa guarire. Da sei mesi circa ha una relazione con la bellissima Sam, che per motivi familiari e professionali decide di mantenere segreta. Si affida quindi al suo medico di fiducia per tentare un trapianto di cuore; questi gli spiegherà i rischi che dovrà correre con l'intervento e, da buon amico, gli consiglierà di vivere al meglio il suo tempo suggerendogli addirittura di rivelare la sua relazione alla madre e di sposare Sam.
Finalmente una buona notizia; il tanto atteso organo vitale è disponibile e si può procedere al trapianto. In sala operatoria Clay viene addormentato, ma inaspettatamente si ritrova in uno stato di consapevolezza anestetica. Disteso sul tavolo operatorio e immobilizzato, assisterà impotente all'intero intervento e cercherà di trovare, attraverso i meandri della sua mente, un modo per sfuggire al dolore fisico, ma, nel limbo, andrà incontro ad altre scoperte più dolorose.
I fratelli Weinstein, dopo l'esperienza di "Pulse" hanno deciso ancora una volta con "Awake - Anestesia Cosciente" di affidare una produzione cinematografica a un giovane regista alle prime armi per poter controllare ogni aspetto del progetto. Il risultato è un ennesimo prodotto destinato ad una breve vita in sala per poi prendere l'anticamera del dimenticatoio presso i videonoleggi. Il neoregista, in un epoca in cui va di moda la frenesia caratterizzata da inquadrature e carrellate traballanti, offre in controtendenza uno stile registico "televisivo", ed essendo anche lui stesso lo sceneggiatore, sviluppa una trama vagamente new age proponendo aspetti alterni tra lo psicologico e il metafisico; ma non è questo il punto. Il problema di fondo di questo film è nell'idea di base che, pur essendo di per sé interessante, viene quasi interamente plasmata da un banale e scontato intreccio drammatico tessendo la tela di un ennesimo complotto di famiglia che, per lo stile registico proposto, neutralizza quasi interamente l'effetto thriller per dare spazio all'effetto soap opera, offuscando così altri aspetti interessanti che la pellicola inizialmente tentava di offrire.
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