venerdì 30 settembre 2011

Recensione TOMBOY (2011)

Recensione tomboy (2011)




Regia di Céline Sciamma con Zoé Héran, Malonn Lévana, Jeanne Disson, Sophie Cattani, Mathieu Demy

Recensione a cura di Stefano Santoli (voto: 8,0)

"Tomboy" è la storia di una bambina quasi adolescente, Laure, che - a quanto ci è dato vedere per via del suo aspetto fisico (il film infatti è felicemente scevro da spiegazioni psicologiche) - si sente maschio e percepisce in modo assolutamente lineare e intimamente serio questa incipiente identità maschile, pur vivendola con la leggerezza di un gioco.

La sua famiglia si è da poco trasferita, sul finire dell'estate, in una nuova città. Laure non conosce quindi nessuno dei suoi nuovi compagni di giochi, che presto saranno suoi compagni di scuola, e ha la possibilità di farsi conoscere da loro come Mickaël. Ma l'inizio dell'anno scolastico incombe, la separazione tra la dimensione domestica e quella sociale dei giochi con i coetanei non potrà durare a lungo. Lo spettatore - in empatia con Laure sin dall'inizio - sa bene quanto sia precaria e costantemente minacciata questa dimensione felice. Ne scaturisce la velata patina "thrilling" che insaporisce il film e veicola più che altro un turbamento, quasi un'ansia - in perfetta assonanza con i sentimenti che leggiamo sul volto di Laure. E' l'adolescenza che bussa alla porta: il dover fare i conti sempre più da vicino con la dimensione adulta e le sue regole. Ma quella di Laure non è ancora, non è per nulla una ribellione: è solo la spontanea, naturale e fragilissima costruzione di un'identità. E il nostro turbamento, la nostra ansia di spettatori, scaturiscono dalla consapevolezza di quanto quel delicato processo sia troppo solitario, troppo minacciato.

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Recensione GUERRA TRA I PIANETI

Recensione guerra tra i pianeti




Regia di William Lee Wilder con Peter Graves, Barbara Bestar, James Seay, Steve Pendleton, Frank Gerstle, John Merrick

Recensione a cura di Giordano Biagio

1953, lo scienziato Doug Martin è in volo su un aereo militare con l'incarico di registrare, attraverso sofisticate apparecchiature scientifiche, gli effetti di una bomba nucleare sperimentale fatta deflagrare nel Nevada sopra un punto del territorio reso visibile dall'alto con un grosso cerchio.

L'esperimento riesce, ma il pilota dell'aereo dopo aver girato diverse volte intorno alla nube radioattiva per consentire allo scienziato a bordo di rilevare i dati richiesti, si dirige per curiosità verso uno strano specchio che emette dei segnali luminosi, situato a due miglia circa dal centro dell'esperimento. Il pilota appare stupito per quella presenza, in una zona che avrebbe dovuto essere deserta. Preoccupato si avvicina sempre più all'oggetto ma sente improvvisamente che i comandi dell'aereo non rispondono più e subito dopo avverte con sgomento che il velivolo sta precipitando al suolo in picchiata libera.
Si interrompono quindi le comunicazioni radio con il centro di controllo nucleare, che all'ennesimo fallimento del collegamento con il pilota fa scattare l'allarme.

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mercoledì 21 settembre 2011

Recensione UCCELLACCI E UCCELLINI

Recensione uccellacci e uccellini




Regia di Pier Paolo Pasolini con Totò, Ninetto Davoli, Femi Benussi, Rossana Di Rocco, Renato Capogna, Rosina Moroni, Lena Lin Solaro, Gabriele Baldini, Francesco Leonetti

Recensione a cura di Giordano Biagio (voto: 9,0)

"Il buon corvo dice: "Io non piango sulla fine delle mie idee, perché verrà di sicuro qualcun altro a prendere in mano la mia bandiera e portarla avanti! È su me stesso che piango...".

Tratto dalla sceneggiatura del film

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venerdì 16 settembre 2011

Recensione QUANDO LA NOTTE

Recensione quando la notte




Regia di Cristina Comencini con Filippo Timi, Claudia Pandolfi, Thomas Trabacchi, Denis Fasolo, Michela Cescon, Manuela Mandracchia, Franco Trevisi

Recensione a cura di kowalsky (voto: 4,0)

Marina, madre di un vivace bambino di un anno, va a trascorrere con lui, lontana dal marito, un intero mese di vacanza in montagna. Incapace com'è di aderire al ruolo materno, quasi sopraffatta dal peso delle responsabilità e dalla difficoltà di crescere un figlio, cerca nella pace dei monti una soluzione alle sue inquietudini. E per questo affitta l'intero piano di una casa di proprietà di una rude guida alpina, Manfred (Filippo Timi), che odia le donne e non fa niente per nasconderlo, sopraffatto da un trauma infantile (lui e i suoi fratelli sono stati abbandonati dalla madre quand'erano piccoli). Infatti l'uomo cerca di evitare qualsiasi contatto con la sua "ospite", limitandosi ad ascoltarla quando parla al figlio o quando lo sgrida durante le sue notti insonni. Una sera, davanti all'ennesima sfuriata con il piccolo, accade un evento drammatico che improvvisamente avvicina Manfred a Marina. E tutto questo sarà l'inizio di un complesso rapporto di rivelazioni e sospetti che porta due persone dalle affinità lontanissime a odiarsi, ricattarsi e infine a costruire una sorta di complicità affettiva.

"E' un tema un po' tabù, io penso questo, ci sono quasi delle risate d'angoscia, e credo che sia la forza del film"
Cristina Comencini

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giovedì 15 settembre 2011

Recensione IL PICCOLO NICOLAS E I SUOI GENITORI

Recensione il piccolo nicolas e i suoi genitori




Regia di Laurent Tirard con Kad Merad, Valérie Lemercier, Sandrine Kiberlain, Maxime Godart, François-Xavier Demaison

Recensione a cura di peucezia

Uscito dalla penna e dalla fantasia di René Goscinny (autore di Asterix insieme a Uderzo), Nicholas è un bambino tra gli otto e i dieci anni (a metà tra il nostro Gianni Stoppani "Gianburrasca" e lo svedese Emil, alter ego maschile di Pippi Calzelunghe), che vive nella Francia degli anni Cinquanta circondato da alcuni amichetti altrettanto vivaci e distinguibili.

Dal successo letterario al grande schermo il passo è breve, anche se si è dovuto attendere il 2009 per questa versione frizzante delle avventure di Nicholas. Tratto da una serie di storie del ragazzino francese "terribile ma non troppo", il film si avvale di interpreti validissimi e noti al grande pubblico come Kad Merad (Giù al nord) nel ruolo del padre e Sandrine Kiberlain (Le donne del sesto piano) in quello della maestra fino al mostro sacro Michel Galabru in un cameo, anche se la vera sorpresa è data dalla recitazione dei piccoli interpreti, attori non professionisti scelti nelle scuole primarie francesi dal protagonista principale, ai comprimari che con naturalezza e padronanza del mezzo scenico contribuiscono alla riuscita del film.

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mercoledì 14 settembre 2011

Recensione SON DE MAR

Recensione son de mar




Regia di Bigas Luna con Jordi Mollà, Leonor Watling, Eduard Fernández, Sergio Caballero

Recensione a cura di Giordano Biagio

In un paese affacciato sul mare, nei pressi di Valencia, giunge Ulisses (Jordi Mollà), un giovane professore di letteratura dall'animo inquieto che trova nella mitologia antica alcune chiavi di lettura del suo presente esistenziale. Ulisses ama il mare, la pesca, le barche a motore.
Il professore si sistema in una pensione dove conosce Martina (Leonor Watling), la giovane figlia dei proprietari che fa servizio anche ai tavoli. Tra i due nasce subito un'intesa, gli occhi si cercano e quando si incrociano gli sguardi si animano di desiderio. Finiscono per innamorarsi. Martina è attratta dalla completezza di Ulisses: bello e colto; lui ama sia la bellezza che la spontaneità della ragazza.
Ulisses si sente da lei ispirato e recita versi dell'Eneide che illuminano di poesia la loro esistenza, preannunciando al loro amore un percorso passionale nel sublime.

Martina sposa Ulisses rinunciando in un primo momento a una vita facile con Sierra (Eduard Fernandez), un impresario edile dall'aspetto un po' insolente che da tempo gli faceva la corte. I due hanno un figlio e vanno a vivere in una casa tutta loro, ma ben presto una oscura inquietudine, forse inconscia, e la noiosa vita in un paese che rimane in parte straniero fanno propendere Ulisses per la fuga.

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martedì 13 settembre 2011

Recensione UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA

Recensione un lupo mannaro americano a londra




Regia di John Landis con David Naughton, Griffin Dunne, Jenny Agutter, John Woodvine, Don McKillop

Recensione a cura di The Gaunt

John Landis in più di una occasione ha rievocato l'episodio che lo ha stimolato per scrivere quel soggetto che è alla base di "Un lupo mannaro americano a Londra".

Landis si trovava in Jugoslavia per le riprese di" Kelly's Heroes". Durante il tragitto, che lo doveva a portare da Belgrado a Novi Sad, il traffico fu bloccato all'altezza di un crocevia dove in quel momento si stava celebrando un funerale zingaro. Sceso dall'auto e giunto sul luogo, si trovò di fronte ad una scena, da lui stesso definita, degna di un film della Universal: diverse persone e un prete stavano seppellendo un uomo, noto stupratore della zona, ucciso mentre stava tentando di fuggire, avvolto in una tela da imballaggio e cosparso di rosari e trecce d'aglio. I rosari e le trecce servivano allo scopo di impedire al cadavere di rialzarsi e commettere altri crimini.

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lunedì 12 settembre 2011

Recensione EDIPO RE

Recensione edipo re




Regia di Pier Paolo Pasolini con Silvana Mangano, Franco Citti, Alida Valli, Carmelo Bene, Julian Beck, Ninetto Davoli, Luciano Bartoli, Ahmed Belhachmi, Francesco Leonetti

Recensione a cura di Giordano Biagio

Prima immagine: una pietra miliare indica la città di Tebe.
Il film inizialmente è ambientato nel nord dell'Italia, negli anni '20.
Alla periferia di un paese agricolo, in una casa piccolo borghese, una donna (Silvana Mangano) partorisce un bambino. Con la musica rassicurante del Quartetto delle Dissonanze di Mozart, il volto della madre che allatta il suo bambino fa intuire attraverso le pieghe dello sguardo felicità e preoccupazione. Il padre poi osserva il figlio nella carrozzella, perplesso, contratto da una forte inquietudine.

Sullo sfondo del primo dopoguerra, la mancanza di un affetto vero, la diffidenza intrisa di gelosia, di un padre militare per il figlio appena nato, sembra voler riesumare e confermare la validità della teoria psicanalitica del complesso edipico.
Alla base due intuizioni geniali, una di Sofocle e l'altra di Freud: l'esistenza dell'inconscio e l'azione rimovente dell'Io causa di nevrosi; due grandi idee che sembrano per Pasolini attraversare ogni tempo, indifferenti ai grossi cambiamenti di costume.

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venerdì 9 settembre 2011

Recensione BAD TEACHER: UNA CATTIVA MAESTRA

Recensione bad teacher: una cattiva maestra




Regia di Jake Kasdan con Cameron Diaz, Justin Timberlake, Jason Segel, Eric Stonestreet, Lucy Punch, Thomas Lennon, Molly Shannon, John Michael Higgins, Phyllis Smith, Dave Allen, Jillian Armenante, Matthew J. Evans, Kathryn Newton

Recensione a cura di Carlo Baldacci Carli (voto: 5,5)

"Tu sei sensibile!".
"Sì, grazie!".
"Non è un complimento".

È una donna felice Elizabeth Halsey (Cameron Diaz). Dopo aver trascorso un anno alla Jams (acronimo di John Adams Middle School) come docente di lettere, facendo meno del minimo indispensabile richiesto alla sua qualifica, è pronta per lasciare il lavoro e per sposarsi con il ricco Mark (Nat Faxon). Così, concluso l'anno scolastico e dopo il commiato con i propri amati colleghi, Elizabeth parte dalla Jams a bordo di una Mercedes SLK 350 rossa fiammante per ricongiungersi al proprio amato. Peccato che, una volta arrivata a casa, trovi Mark insieme alla madre (Stephanie Faracy) che le comunica l'interruzione del fidanzamento poiché ha capito che lei desidera sposarlo soltanto per i suoi soldi.

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giovedì 8 settembre 2011

Recensione CENERENTOLA A PARIGI

Recensione cenerentola a parigi




Regia di Stanley Donen con Audrey Hepburn, Fred Astaire, Kay Thompson, Michel Auclair

Recensione a cura di pompiere (voto: 5,5)

Come sono fastidiosi gli americani a Parigi. Per conseguire una rima in musica con parole francesi sono disposti ad arrampicarsi su improbabili metriche e per sentirsi a casa si comportano come fossero a Las Vegas, disinvolti spacconcelli col sorriso sulle labbra. Quello che in realtà sanno fare meglio è rimasticare e prendere in giro la cultura altrui per imporre la propria, orribile divulgazione di predominio e propaganda. Trattano la Francia alla stessa stregua della Spagna, tanto per un americano medio è pure troppo cercare di capire la differenza. A lui basta l'esibizione dell'efficienza degli aerei della Trans World Airlines (oggi American Airlines), che volano ad altezza della Tour Eiffel con un'indifferenza disarmante quanto quella di un bambino che sorride dopo aver fatto la pupù sul tappeto.

Cartolina da Parigi troppo esibita, e debole pretesto per mostrare i bei monumenti della capitale francese, "Cenerentola a Parigi" è un musical molto edulcorato e piuttosto superficiale. Nasce in una splendida redazione del giornale di moda 'Quality', tra gli ossequi delle segretarie verso la loro inflessibile direttrice Maggie Prescott (Kay Thompson) e la tinteggiatura delle porte di un colore che la responsabile pensa possa far crescere la tiratura della rivista, il rosa.

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mercoledì 7 settembre 2011

Recensione M, IL MOSTRO DI DUSSELDORF

Recensione m, il mostro di dusseldorf




Regia di Fritz Lang con Peter Lorre, Ellen Widmann, Otto Wernicke, Inge Landgut, Theodor Loos

Recensione a cura di pier91 (voto: 10,0)

"Ero stufo marcio, sai, di film enormi come "Metropolis" e così via. Volevo fare un film personale che avesse a che fare con un essere umano, con un male sociale. Così feci M"
Da un'intervista a Fritz Lang del 1975

Nel 1931 la Germania è lo scenario di bruschi cambiamenti sociali che sconvolgeranno l'intero assetto europeo. L'instabilità politica, il gravissimo stallo economico e un clima da guerra civile stanno portando la Repubblica di Weimar alla disfatta. Nel frattempo il Partito Nazionalsocialista di Hitler ottiene sempre più consensi. In questo marasma generale Fritz Lang, peraltro d'origini ebraiche, vive d'inquietudine e di terrore premonitore. Se non bastasse, l'ultimo capolavoro, "Metropolis", era stato un insuccesso di critica e un flop commerciale clamoroso, tale da trascinare il regista in una sofferta crisi artistica. L'idea di un nuovo film lo coglie inaspettatamente, se è vero che gli viene fornita da un articolo che riguarda Peter Kurten, un pedofilo serial killer conosciuto come "Il vampiro di Düsseldorf". Lang e sua moglie Thea von Harbou, con la quale scriverà lo script, compiono numerose ricerche sui delitti a sfondo sessuale, visitando manicomi, prigioni, stazioni di polizia. Quel che convince definitivamente il regista a realizzare la pellicola è la totale libertà espressiva che gli promette la casa di produzione cinematografica "Nero-Film". "M - Eine Stadt sucht einen Mörder" ("Una città cerca un assassino") rappresenta l'unica occasione, nella carriera di Lang, di avere il pieno controllo su sceneggiatura e montaggio. Ciò nonostante il film non avrà facile distribuzione né in Germania né nel resto del mondo (in Italia uscirà solo nel 1960 col titolo "M-Il mostro di Düsseldorf").
Le riprese ad ogni modo iniziano con buone premesse e durano appena sei settimane, concludendosi a marzo. Curiosamente Kurten verrà processato e condannato a morte appena un mese dopo.

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martedì 6 settembre 2011

Recensione LA BOCCA DEL LUPO

Recensione la bocca del lupo




Regia di Pietro Marcello con Vincenzo Motta, Mary Monaco

Recensione a cura di pompiere (voto: 8,0)

Miglior Film al 27-esimo Festival di Torino e scoperta della scorsa stagione cinematografica, "La bocca del lupo" è uscito in sordina durante il mese di febbraio. L'hanno visto in pochissimi e non molto più tardi è uscito in dvd. Ed è su quel supporto che va recuperato questo prezioso piccolo brillante raro, che si insinua sottopelle nella nostra anima, che ci fa ambire aria di salmastro per poi rinchiuderci in interni claustrofobici dismessi e abbandonati.

Vincenzo Motta, quasi un personaggio verista di Verga, volto scavato dalle maree del tempo e rughe lasciate dagli inganni della malavita, più che un essere umano sembra uno scoglio che rischia di essere gettato in mare. Per sempre. Dal porto dove bazzica salpano tante navi; la sua sembra essersi già allontanata, occasione di vita nuova irraggiungibile e chimerica.

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lunedì 5 settembre 2011

Recensione HIGHLANDER - L'ULTIMO IMMORTALE

Recensione highlander - l'ultimo immortale




Regia di Russell Mulcahy con Christopher Lambert, Roxanne Hart, Clancy Brown, Sean Connery, Beatie Edney, Alan North

Recensione a cura di 1819 (voto: 8,0)

Cosa differenzia un cult da un qualsiasi altro film? Domanda apparentemente semplice, che cela però parecchie sfaccettature. Esempio: l'accoglienza per questa ristretta categoria di pellicole può essere tiepida per tutta la permanenza nelle sale cinematografiche, salvo poi esplodere a distanza di tempo, graziandole dall'inglorioso dimenticatoio. Certi di avere a che fare con delle opere non comuni è facile farsi condizionare al momento della valutazione, tuttavia è uno stimolo per cercare di scovarne i lati più interessanti.

Primi minuti di "Highlander - L'ultimo immortale". L'inizio è per così dire rivelatore, svelando i contorni di una storia originale che desta nello spettatore una giusta dose di interesse: il parcheggio sotterraneo di uno stadio, due uomini che ingaggiano una lotta impugnando spadoni medioevali. Ne resterà soltanto uno.
All'apparenza anacronistica, questa scena non è che un assaggio di quello che verrà, la storia di un immortale, un uomo che possiede la fortuna - o la disgrazia - di poter vivere all'infinito. Proprio questo contrasto interiore sarà la struttura portante dell'intera vicenda, un autentico viaggio mistico.

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