Recensione vanishing on 7th street
Recensione a cura di pompiere (voto: 4,0)
La notte è fatta per amare. Il giorno per crogiolarsi ai raggi del sole. Poi scopri che le previsioni meteo annunciano l'arrivo di aria fredda che si insinua, come una lingua dispettosa, lungo tutta la penisola, e tutto è rovinato: l'amorazzo stagionale, la pelle che resterà smorta (come cavarsela con le imbarazzanti domande dei colleghi d'ufficio che ti chiedono dove hai trascorso le vacanze?), l'investimento in denaro fatto anticipatamente per godere di quelle due canoniche settimane di riposo. Tutto a causa di quelle dannate e inopportune nubi nere portate dal vento, pronte a scaricare pioggia a più non posso e a tenerci nell'ombra delle nostre case. Già. L'ombra. Il buio. Che tutto inghiotte e nulla risparmia. Che divora la luce della felicità e della vita. Perché forse la notte è fatta anche per soffrire e ricordare chi non c'è.
Nell'oscurità di Detroit, coordinate più o meno puntate sulla Settima Strada, c'è un'interruzione di energia elettrica, la quale fa letteralmente scomparire gli spettatori di un cinema, gli occupanti di un'unità sanitaria, i fedeli di una chiesa. Chiunque. Nelle strade, nelle case, in cielo. Chiunque e ovunque, tranne qualche piccolo "fiammiferaio" che rimane in vita e a cui tocca incontrarsi con gli altri simili. Come potrà il piccolo gruppo di quattro cavalieri fuggire a questa che sembra una vera e propria Apocalisse?
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