Recensione biancaneve e il cacciatore
Recensione a cura di JackR
La malvagia Regina Ravennah (Charlize Theron) deve uccidere giovani donne per mantenere intatta la sua bellezza, mentre la legittima erede al trono Biancaneve (Kristen Stewart) è rinchiusa nella torre più alta del castello. Ravennah scopre che l'unico modo per rimanere giovane per sempre è uccidere proprio Biancaneve, che nasconde il potere di spezzare l'incantesimo che la mantiene giovane. Biancaneve riesce però a scappare e Ravennah ingaggia un riluttante Cacciatore (Chris Hemsworth) per inseguirla nella foresta incantata, dove i suoi poteri non hanno effetto. Il Cacciatore decide però di allearsi con Biancaneve e detronizzare Ravennah. Ai due si aggiungono otto nani fuorilegge e quel che resta dell'esercito fuggito dal castello quando Ravennah prese il potere uccidendo il Re, padre di Biancaneve. Tra i pochi rimasti fedeli al Re c'è anche William (Sam Claflin), infallibile arciere ed amico di infanzia di Biancaneve, fino a quel momento ignaro del fatto che Biancaneve fosse ancora viva. La battaglia finale è alle porte, ma la Regina uccide Biancaneve con una mela avvelenata... Basterà un bacio per svegliarla in tempo per guidare l'esercito contro Ravennah?
Gli archetipi mitici hanno la forza di rinnovarsi per riproporsi in epoche e culture diverse. Se "Biancaneve e i Sette Nani" di Walt Disney (1937) è e resta la versione "ufficiale" del ventesimo secolo, c'è ancora tempo per assegnare lo scettro del ventunesimo. Solo quest'anno, in un vero e proprio clima di revival (o assenza di originalità che dir si voglia), ben tre adattamenti della fiaba dei Fratelli Grimm sono comparsi proponendo altrettante varianti moderne della figura di Biancaneve: dopo la serie "Once Upon a Time" e la variazione "soap" del "Mirror Mirror" di Tarsem Singh, è la volta di "Biancaneve e il Cacciatore" di Rupert Sanders, che rielabora la vicenda in salsa teen/fantasy. Tratto comune a tutte e tre le iterazioni del personaggio, il non essere più una indifesa innocente alla mercé della Regina Cattiva, bensì una figura risoluta ed indipendente, in grado di combattere - anche fisicamente - per ciò in cui crede. Un modello di donna certamente più adatto a risuonare nell'animo del pubblico femminile contemporaneo. Anni di femminismo e battaglie sociali non lasciano impermeabili neppure i luoghi comuni delle fiabe, ed è giusto così.
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