giovedì 25 luglio 2013

Recensione WOLVERINE: L'IMMORTALE

Recensione wolverine: l'immortale




Regia di James Mangold con Hugh Jackman, Brian Tee, Hiroyuki Sanada, Hal Yamanouchi, Will Yun Lee, Rila Fukushima, Tao Okamoto

Recensione a cura di JackR

In seguito alla tragica morte di Jean Grey (Famke Janssen), Logan (Hugh Jackman) ha abbandonato l'identità di Wolverine e vive isolato dal mondo, tormentato dagli incubi e dal rimorso. Yashida (Hal Yamanouchi), un ex ufficiale giapponese ormai in punto di morte, che Logan aveva salvato dal disastro nucleare di Nagasaki, invita Logan a Tokyo per un estremo saluto. Giunto al capezzale del vecchio amico, Logan scopre che Yashida vuole anche ripagare il suo debito: le tecnologie messe a punto dalle sue industrie possono privare Wolverine del fattore rigenerante e regalargli una vita normale, la vecchiaia e la morte. Logan rifiuta e nella notte Yashida muore. Al funerale la Yakuza tenta di rapire Mariko (Tao Okamoto), la giovane nipote di Yashida. L'intervento di Wolverine è risolutivo, ma le ferite riportate non guariscono più come prima...

I continui riferimenti agli eventi di "The Last Stand", la presenza di Jean Grey e la collocazione temporale delle vicende fanno di "Wolverine - L'immortale" il sequel diretto del film di Brett Ratner, proprio come "Iron Man 3" è a tutti gli effetti più il sequel di "Avengers" che quello di "Iron Man 2". E' un concetto che può destare qualche perplessità se non si ha confidenza con le logiche dei fumetti Marvel, ma è fondamentale per giudicare obiettivamente il film. La lunga scena contenuta nei titoli di coda consolida tale tesi: a tutti gli effetti, essa è un teaser trailer per il capitolo successivo, ovvero "Days of Future Past", il film del 2014 che farà convergere le timeline dei primi tre X-Men e di "X-Men: L'Inizio" (alla faccia delle palesi incongruenze tra le due).

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