Recensione little miss sunshine
Recensione a cura di GiorgioVillosio
E' di questi giorni la notizia che è stato finalmente arrestato in Thailandia il pedofilo assassino di un'americana babydiva in erba.
La piccola era nota per la sua partecipazione ai concorsi di bellezza per bambine, fortemente voluta e pilotata dalla madre; in tale occasione veniva conosciuta dal losco figuro, avviandosi alla sua tragica fine.
La cosa fa rabbrividire, ovviamente, ma al contempo riflettere a fondo: sul sistema divistico/commerciale americano che alimenta questi miti; sulla frivolezza assurda delle madri, che approfittano delle figlie per dare sfogo al loro transfert narcisistico. E infine sulla pochezza del mondo maschile che, invece di limitare tanta leggerezza femminile, la subisce e addirittura la asseconda.
Ricordiamo che nell'analoga situazione del "Bellissima" viscontiano, il padre della piccola era fortemente contrario alla ricerca di notorietà, e la madre, Anna Magnani, ci provava di nascosto da lui! Ma... correva l'anno 1951, e l'autorevolezza dell'uomo di casa era ben altra!!! Peraltro la madre stessa, infine, prendeva coscienza dell'assurdità di assoggettare l'innocenza di una figlia ad un mondo senza codici morali.
La storia di "Little Miss Sunshine" è simile per molti aspetti; c'era già dunque molta materia per trarne un film di notevole rilievo (tipo "Bellissima" per l'appunto).
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