Recensione anna karenina
Recensione a cura di Marco Iafrate
A chi gli chiedeva come fosse nato il romanzo "Anna Karenina" Tolstoj rispondeva: "Proprio come adesso, dopo pranzo, ero da solo sdraiato su questo divano... all'improvviso mi balenò dinanzi agli occhi il nudo gomito femminile di un'elegante braccio aristocratico, senza volerlo cominciai a fissare questa immagine, apparvero una spalla, il collo, ed infine tutta la figura di una bella donna in abito da ballo che, implorante, fissava su di me i suoi occhi tristi". Questo pensiero, unito al ricordo, tragico, del corpo dilaniato di una donna gettatasi sotto le ruote di un treno presso la stazione della sua città natale Jasnaja Polyana, ispirò il grande scrittore russo alla stesura di uno dei romanzi più belli di tutti i tempi. Incurante del fatto che "Anna Karenina" avrebbe potuto vivere all'ombra di quell'immenso edificio che era "Guerra e pace", il genio di Tolstoj quasi eguagliò quell'opera regalando ai lettori questo innarrivabile ritratto di vita.
Impossibile parlare del film senza pensare al libro, il progetto ambizioso di Clarence Brown e del produttore David O. Selznick di comprimere milleduecento pagine di un romanzo di questa portata in un'ora e mezza di pellicola fu quantomeno coraggioso, il regista sapeva che il confronto con il libro sarebbe stato inevitabile, per questo scelse un cast di attori che all'epoca riscuotevano enormi favori di critica e di pubblico: La "divina" Greta garbo (Anna), Fredric March (Vronsky), Basil Rathbone (Karenin), il risultato è una pellicola che comunque non delude le aspettative, L'ottima sceneggiatura ed il montaggio riescono nel difficile compito di non far pesare l'inevitabile contrazione dei dialoghi ed i frequenti salti di interi capitoli.
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