Recensione hanno fatto di me un criminale
Recensione a cura di kowalsky (voto: 7,0)
"Ci sono uomini che non si assomigliano, ma è difficile che abbiano lo stesso modo di muoversi" (cit.)
Negli anni trenta il cinema americano ambiva ad affrontare "apertamente" le tematiche sociali, ma senza ovviamente la libertà espressiva dei decenni successivi.
In ogni caso, i film di King Vidor, di Frank Borzage, di Preston Sturges, di Mervin LeRoy e George Stevens avevano sicuramente una certa impronta "progressista" che fece scalpore (per esempio non è un mistero per nessun appassionato di cinema che "Allelujah" di Vidor sia il primo film interamente all black del cinema, e che "I dimenticati" di Sturges metta duramente in discussione i valori dell'american way of life).
Il personaggio di Johnny "Burns" Bradfield nel film di Berkeley rappresenta perciò l'anello di congiunzione tra i prototipi maschili dell'epoca e i miti ribelli del cinema degli anni '50.
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