Recensione i padroni della notte
Recensione a cura di Gabriela
"We own the night" fa riferimento alla notte reale, a quella nascosta o a quella del male, sia che abbia un'accezione tragica, romantica o prepotente; ma il titolo cita innanzitutto lo slogan della polizia negli anni ottanta: la notte ci appartiene.
Nella New York edonista di fine anni '80, vetrina scintillante e corrotta del decennio reaganiano, la cocaina è ormai divenuta il carburante che ne traina esistenze e passioni. La criminalità, alimentata dalla crescente immigrazione russa, si contende la spartizione della torta, mentre la polizia, superata per numero e ferocia dei suoi uomini, perde in media due agenti al mese e vede progressivamente perdere la propria supremazia sul territorio.
Bobby Grusinsky, validamente interpretato da Joaquin Phoenix, è un opportunista: la discoteca che gestisce a Brighton Beach a Long Island è frequentata da gangster e da trafficanti, ma chiude più di un occhio, conscio che la via per il successo passa per l'accettazione di più compromessi. Nonostante l'apparente amoralità del suo stile di vita è innamorato di Amada, interpretata dalla sensuale Eva Mendes, e vede nel desiderio di gestire un locale a Manhattan il coronamento della sua via sulla strada del successo. Gli fa da contraltare la tradizione familiare, che vede il fratello Joseph ed il padre Burt arruolati anima e corpo nella polizia di New York.
Il genere poliziesco fornisce il punto di partenza per raccontare la storia di un uomo intrappolato dal suo destino, dall'inevitabile, e le complesse emozioni che possono risvegliare l'amore, la perdita ed il tradimento; difatti non si concentra tanto sulla figura di Bobby (Phoenix) nei confronti della mafia ma soprattutto del dovere che ha lui verso la sua famiglia.
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