lunedì 10 marzo 2008

Recensione LA SCHIVATA

Recensione la schivata




Regia di Abdellatif Kechiche con Osman Elkharraz, Sara Forestier, Sabrina Ouazani, Nanou Benhamou, Hafet Ben-Ahmed, Aurélie Ganito, Carole Franck, Hajar Hamlili, Rachid Hami, Meriem Serbah, Hanane Mazouoz, Sylvaine Phan

Recensione a cura di peucezia

Opera seconda del regista franco-tunisino Kechiche, salito alla ribalta nel nostro paese grazie al suo "Cous cous, "La schivata", pellicola premiata a Venezia nel 2003, è una strana commistione tra docu-fiction, film adolescenziale e storia di denuncia.
Girato in presa diretta senza colonna sonora con uso ed abuso di camera a spalla ed una preferenza per i primi e primissimi piani (tecnica mutuata dal "Dogma"), il film si avvale di interpreti per lo più non professionisti, che più che recitare vivono una storia in maniera realistica.

Siamo nella periferia parigina, la cosiddetta banlieue; il panorama è caratterizzato da casermoni senz'anima e da strade asfaltate, ciuffi di erba qua e là.
Gli abitanti sono di varie etnìe: cinesi, africani e maghrebini; i francesi "autoctoni", dalla pelle candida, sono rarissimi.
Ci si aspetta la solita storia dura di degrado tra droga e prostituzione minorile, ed invece Kechiche offre un aspetto del tutto inedito della vita di periferia: la dedizione degli insegnanti, di alcuni insegnanti che hanno come compito quello di far riscattare questi giovani altrimenti destinati a una vita grigia.

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