martedì 4 marzo 2008

Recensione WILLIE WONKA E LA FABBRICA DI CIOCCOLATO

Recensione willie wonka e la fabbrica di cioccolato




Regia di Mel Stuart con Julie Dawn Cole, Roy Kinnear, Jack Albertson, Gene Wilder

Recensione a cura di Debora P.

Immaginiamo un mondo fatto di cioccolato, dove ogni oggetto è deliziosamente commestibile. Pensiamo di imbatterci in un fiume di cacao o di gustarci una tazza di tè per poi scoprire che la tazza stessa è fatta di zucchero. Tutto questo è possibile grazie a Willy Wonka (Gene Wilder), il maggior produttore di cioccolata al mondo, il quale decide un giorno di riaprire la sua fabbrica chiusa a causa di spionaggio da parte delle ditte concorrenti. Ed ecco che i cancelli si riaprono, e questa volta non saranno solo le tavolette di cioccolato ad entrare nelle case della gente: alcune fortunate persone potranno, solo per un giorno, visitare quei luoghi in cui si producono le migliori leccornie. Infatti il sig. Wonka indice un concorso, grazie al quale solo i cinque favoriti dalla sorte che troveranno i Golden Ticket (biglietti dorati) celati all'interno dei suoi prodotti potranno visitare la fabbrica, accompagnati da un familiare.
Inizia così l'avventura di Charlie Bucket (Peter Ostrum), di famiglia molto povera e pieno di sogni come tutti i ragazzini della sua età; uno di questi è proprio quello di trovare il biglietto vincente. Per lui trovarlo è quasi impossibile, soprattutto perchè non ha molti soldi da investire in tavolette Wonka. Ma Charlie ci spera sempre. E quando ormai sembra non ci sia più niente da fare, qualcosa accade come per magia.

Tratto dal libro del 1964 "La fabbrica di cioccolato" di Roald Dahl, questo film deve in parte il suo successo all'attore americano Gene Wilder che ne interpreta in modo eccelso la figura di Willy Wonka, un assurdo personaggio che guida i vincitori del concorso attraverso un fantastico viaggio governato da regole altrettanto assurde.
Il modo di fare di Wonka incuriosisce lo spettatore: abbiamo a che fare con una persona cinica, fredda ed irriverente, ma che tutto sommato ci sta simpatica. Il regista, Mel Stuart, ha voluto creare un'atmosfera strampalata per sottolineare il fatto che non ci si trova più nel mondo di tutti i giorni, ma si è fatto un salto nel mondo di Willy Wonka, in cui anche i ragazzini che vi entrano hanno un qualcosa di particolare che li caratterizza e che li condanna nello stesso tempo. Per esempio Violetta Beauregard è una campionessa mondiale di gomma da masticare che vuole primeggiare in tutto, e quando vorrà provare la nuova gomma di Willy Wonka, nonostante il divieto del "padrone di casa", si ritroverà trasformata in un enorme mirtillo, mentre l'ingordigia di Augustus Gloop finirà per farlo risucchiare dal grande tubo che regola il fiume di cioccolato.
Ogni bambino ha al proprio fianco un parente che osserva preoccupato ciò che accade, domandandone il perché al Signor Wonka, il quale risponderà sempre con tono malinconico, sfiduciato nei confronti delle generazioni future che vede viziate e senza valori. In queste situazioni arrivano sempre gli aiutanti nanetti di Wonka, gli Oompa Loompa, i quali danzando e canticchiando canzoncine che riassumono l'accaduto e che rivelano il carattere degli adolescenti, porteranno via i malcapitati. Questi piccoli personaggi di Oompalandia rappresentano la parte "innocente" del film: a differenza dei dispettosi bambini, eseguono gli ordini di Wonka senza battere ciglio. Gli stessi monelli, fra l'altro, "mangeranno la mela del peccato" offertagli dal "serpente" tentatore Slugworth, il quale offrirà loro del denaro in cambio dell'ultima creazione dolciaria di Wonka, il "Succhia succhia che mai si consuma", una caramella con un aroma infinito. Quanti cadranno in tentazione? Chi deluderà il "creatore dei sogni di cioccolato"?

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