Recensione tower heist: colpo ad alto livello
Recensione a cura di pompiere (voto: 8,0)
"Ho sempre avuto un sentore misto a fascino e repulsa per il gioco degli scacchi. Infervorato dalle regole, ho creduto di poter naturalmente ambire a risultati strabilianti muovendo quegli adorabili pezzi da una casella all'altra, superando il mio avversario con sistematica abilità. E invece... non avevo fatto i conti con la complessità e gli intrecci delle mosse possibili e ho finito per perdere pedoni in gran quantità, e poi torri, alfieri, cavalli. Una disfatta dopo l'altra. Ma, e di questo sono fiero, ho sempre difeso la regina a spada tratta. Non l'avrei mai sacrificata, per niente al mondo. Solo adesso mi rendo conto che, per vincere la partita, avrei potuto benissimo immolarla".
Josh Kovacs (Ben Stiller) e Arthur Shaw (Alan Alda) giocano a scacchi online. Il primo stira i panni da solo e macina il caffè alla mattina, il secondo nuota in una piscina coi dollari (vedere per credere) ed è il proprietario di un attico spaziale: un alloggio di lusso in quel di New York per un magnate della finanza, all'interno di una "Tower" (chiamata nel film "La Torre") che affitta e vende abitazioni, e che mette al servizio dei clienti personale qualificato e devoto. Una mattina qualcuno tenta di rapire il signor Shaw. Ed è da questo punto che prende il via una delle più avvincenti partite a scacchi cinematografiche.
Ci sono almeno due "coppie" all'interno del film: quella tra Stiller (direttore del personale del grattacielo) e Alan Alda (il suo capo), e quella tra lo stesso Stiller e il redivivo Eddie Murphy, nei panni di un delinquente senza quei sorrisi perseveranti da "Beverly Hills Cop".
Entrambe trovano il loro giusto equilibrio, tra le esigenze di una miccia narrativa attendibile e una sospensione di incredulità da action comedy. Numerose e incalzanti inquadrature ci catapultano in un gradevole intreccio che oscilla tra la risata più pura in stile sitcom (battute improvvise accompagnate da appariscenti gesti attoriali) e necessarie prove di abilità psicofisiche, cucite addosso a personaggi più che ordinari.
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