lunedì 20 maggio 2013

Recensione PASSAGGIO IN INDIA

Recensione passaggio in india




Regia di David Lean con Judy Davis, Peggy Ashcroft, James Fox, Alec Guinness

Recensione a cura di Egobrain (voto: 8,0)

"Passaggio in India" ("A passage to India" il titolo originale) è con certezza una tra le opere più celebri e lette di Edward Morgan Forster, scrittore inglese nato a Londra sul finire del diciannovesimo secolo.
Lionel Trilling, stimato critico letterario americano, parlava cosi dello scrittore inglese nel lontano 1943: "Per me E.M. Forster è l'unico romanziere che può esser letto senza sosta e che, dopo ogni lettura, mi da ciò che pochi scrittori sono in grado di darci dopo i nostri primi giorni di lettura, la sensazione di aver imparato qualcosa".

Chi ha letto qualcosa di Forster capirà subito la grandezza di tale autore. Le tematiche affrontate dallo scrittore lungo il corso della sua carriera letteraria sono delicatissime e di grande risonanza. In "Maurice" (opera pubblicata postuma) affiora il tema della omosessualità e del travaglio nella riconciliazione tra classi sociali diverse. In "Passaggio In India" è lampante invece l'inconciliabilità tra due culture profondamente distanti.
Facciamo un piccolo passo indietro per occuparci di quello che veramente ci sta a cuore, ovvero il cinema. In ambito cinematografico appena si pronuncia il nome di Forster automaticamente lo si associa al regista statunitense James Ivory.
Tre adattamenti, che vanno dall'anno 1985 fino al 1991, vedono alcune delle opere di Forster protagoniste della filmografia di Ivory. La prima trasposizione risale al 1985. "Camera con vista" (questa l'opera prima), conseguì un grande successo e vide l'assegnazione di ben tre premi Oscar: Migliore sceneggiatura non originale, Migliore scenografia e Migliori costumi.
Il secondo film venne alla luce due anni più tardi. "Maurice" si basa sul romanzo omonimo di Forster scritto nel 1917 ma uscito postumo nel 1971. Il film riscosse un enorme consenso e vide un allora giovanissimo Hugh Grant cimentarsi nel suo primo vero ruolo da protagonista.
La terza e ultima trasposizione risale al 1991, anno in cui Ivory chiuse la "trilogia" con "Casa Howard". Anch'esso, come "Camera con vista", vinse tre premi Oscar. Da sottolineare l'assegnazione del premio come Miglior attrice protagonista ad Emma Thompson.

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