Recensione kronos - il conquistatore dell'universo
Recensione a cura di Giordano Biagio
A poche miglia dalla costa messicana dove si è inabissato un UFO, emerge un gigantesco robot dall'aspetto minaccioso. Lo scopo della sua visita è immagazzinare dal pianeta Terra quanta più energia possibile per trasportarla al pianeta morente di provenienza, dove verrà trasformata in preziosa materia in grado di ricostruire quel mondo.
La missione programmata dell'automa, che ha una corazza composta da un materiale sconosciuto praticamente impenetrabile, si preannuncia portatrice di tragedie per il nostro pianeta.
Il robot inizia infatti a compiere devastanti operazioni di assorbimento energetico sulle centrali e linee elettriche del nostro pianeta, avvalendosi dell'aiuto informativo-telepatico di uno scienziato dell'osservatorio astronomico che ha seguito la caduta dell'asteroide.
La sicurezza nazionale, dopo i primi misfatti di Kronos nel nostro mondo, decide senza esitazione la sua distruzione.
Ma nonostante l'uso di potenti ordigni nucleari, a nulla servirà l'attacco al robot da parte dei militari. Scoraggiati dall'insuccesso, gli scienziati sul punto di smarrirsi intravedono all'improvviso una possibile soluzione di tipo chimico-elettrico, consistente nel far interagire tra i due elettrodi, positivo e negativo, situati sulla sommità dell'automa, un materiale con caratteristiche radioattive isotopiche, lanciato da un aereo. Si prevede con ciò di poter invertire i poli degli elettrodi innescando sul robot medesimo un processo elettrico verso l'interno in grado di danneggiare le funzionalità principali dell'automa.
"Kronos" è un film di fantascienza americano anni '50, in bianco e nero, esemplare per il genere, inspiegabilmente stroncato dai critici, forse per ragioni di politica industriale cinematografica. Probabilmente il giudizio negativo dato è scaturito o è stato condizionato da una pressione redazionale molto forte, tendente alla ricerca di una qualità filmica nuova e superiore, ritenuta o già presente o imminente, seppur a quei tempi stentava ad arrivare; come dire che le redazioni stampa di cinema operavano dei vagli di film ben selezionati di cui non ritenevano facesse parte "Kronos".
Essi nella critica portata avanti facevano notare l'esistenza di una presunta debolezza d'insieme nella regia di Kurt Neumann, regista che secondo loro non sarebbe riuscito a dare forza visiva alle scene chiave, abbandonandole a un freddo significato funzionale alla narrazione spicciola; inoltre quei critici sottolineavano una mancanza di originalità nella trasposizione più linguistica dei codici visivi fantascientifici, che apparirebbero spesso come già visti, seguendo intrecci narrativi un po' scontati rispetto a quanto sul tema era già stato proposto cinematograficamente in modi più efficaci da altri.
Nessun critico, a sorpresa, si è soffermato sui contenuti scientifici o parascientifici del film che sono del tutto originali e caratterizzano buona parte della pellicola dandogli una forza particolare, soprattutto di intelligenza, se proprio non si vuole ammettere l'esistenza di quella dello spettacolo.
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