Recensione pollo alle prugne
Recensione a cura di JackR
In seguito alla distruzione del suo prezioso violino, Nasser Ali, musicista di grande talento, perde la voglia di suonare e con essa quella di vivere. Decide pertanto di lasciarsi morire di inedia, mentre tra sogni, deliri e ricordi ripercorre la sua vita infelice, segnata da un episodio sepolto nel passato e legato ad un amore perduto.
Marjane Satrapi (autrice della graphic novel "Persepolis" e del suo adattamento cinematografico) torna al cinema e insiste con l'adattamento di una sua opera, "Pollo alle Prugne". Lo stile grafico dell'autrice iraniana, estremamente riconoscibile, è basato su un tratto volutamente scarno, sull'assenza di profondità e prospettiva, sull'utilizzo di un character design semplice ma efficace. E' alle parole che Marjane Satrapi affida la sua arte e "Pollo alle Prugne" non fa eccezione. La graphic novel" ricorre ad uno schema abbastanza statico per rappresentare la non linearità della narrazione (sostanzialmente, inversione del bianco e del nero, con i flashback quasi in silhouette), e il film si dimostra superiore all'opera di partenza - per una volta.
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