Recensione schramm




Recensione a cura di ilSimo81 (voto: 7,5)
Scarlatti rivoli di sangue attraversano larghe chiazze di vernice bianca.
Un'immagine simbolica, una perfetta metafora di corruzione e di morte. Muore così Lothar Schramm: un uomo solitario, un assassino malato. I giornali titolano: "Morte solitaria dell'Assassino del rossetto".
Lothar Schramm muore come aveva vissuto: da solo.
Questo vuoto esistenziale fa da sfondo agli omicidi che egli compie tra le mura domestiche, nel luogo in cui riecheggiano a gran volume i suoi tormenti. La prima osservazione è scontata e immediata: Schramm è un uomo la cui salute mentale è irrimediabilmente compromessa. Altro non si potrebbe dire di un uomo che, oltre ad uccidere, soffre di orrende allucinazioni e di estreme perversioni sessuali.
E' necessario però fare un passo in più, e comprendere che il suo disturbo ha radici profonde.
[...]
Leggi la recensione completa del film SCHRAMM su filmscoop.it
Nessun commento:
Posta un commento