Recensione lady vendetta - sympathy for lady vengeance
Recensione a cura di maremare
Il rito di purificazione già appare nei titoli di testa di questa visionaria trilogia sulla vendetta made in Korea. Il terzo del film di Park Chan-Wook per la prima volta ruota attorno ad una figura femminile, interpretata dalla bella e glaciale Lee Young-Ae. Ingiustamente in carcere tredici anni per il rapimento e l'omicidio di un bambino e alla ricerca del colpevole, Geum-ja è al contempo sadicamente efferata e teneramente materna. Una volta rilasciata, Geum-ja è pronta a riappropriarsi la propria vita con il conforto dei nuovi amici, ma l'idea fissa rimane quella della vendetta.
Il quarantenne coreano Chan-wook parlando della violenza nei suoi film, dice che non intende esaltarla, tutt'altro, cerca di trasformarla in redenzione.
L'idea alla base del film, dichiara, è stata quella di mettere in scena un rito di apprendimento. Non a caso il colpevole, che diventa poi la vittima, è un professore, così come il poliziotto si trasforma in insegnante di violenza e il luogo in cui si consuma la vendetta è una scuola abbandonata. D'altra parte tutta la storia di Geum-ja riguarda l'apprendimento, è un percorso dalla vendetta alla redenzione.
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