Recensione in nome del popolo italiano
Recensione a cura di Carlo Baldacci Carli (voto: 9,0)
"In nome del popolo italiano si dà esecuzione alla sentenza". Con questa frase, che precede la distruzione di un edificio abusivo, si apre uno dei film di denuncia sociale più taglienti e più amari diretti da Dino Risi.
Il dottor Mariano Bonifazi (Ugo Tognazzi), un magistrato appena nominato giudice istruttore e reputato integerrimo, indaga sul decesso di Silvana Lazzarini (Ely Galleani), una giovane e bella ragazza, rinvenuta morta nel letto della propria abitazione. Il cadavere presenta alcune escoriazioni e le circostanze della morte non sono chiare. Secondo il medico legale, Silvana sarebbe stata drogata, picchiata e poi messa a letto. Il presunto assassino le avrebbe anche rimboccato le lenzuola, forse per senso di colpa.
Interrogando i genitori della vittima, il giudice istruttore scopre che la Lazzarini era una prostituta d'alto bordo e che essi non solo ne erano a conoscenza, ma addirittura sfruttavano la figlia. Emblematica la frase sussurrata dal giudice al proprio assistente, riferendosi al padre di Silvana: "Credevi che fosse il padre di un mignotta senza saperlo, invece è un figlio di mignotta e lo sa benissimo!".
Da quest'interrogatorio, Bonifazi apprende che Silvana conosceva l'ingegnere Lorenzo Santenocito (Vittorio Gassman) il quale in passato aveva scritto per lei una lettera di raccomandazione per un posto di lavoro "normale". A tale rivelazione il neo-giudice istruttore interrompe l'interrogatorio. Egli sa benissimo chi è Santenocito e spicca subito contro di lui un invito a comparire in qualità di persona informata sui fatti.
Lorenzo Santenocito è un industriale arrivista, arricchitosi non proprio onestamente, spregiudicato e senza scrupoli, con amicizie molto potenti. Quando egli si trova faccia a faccia col magistrato lo scontro ideologico e caratteriale fra i due personaggi è inevitabile.
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