martedì 8 agosto 2006

Recensione LA VITA E' BELLA

Recensione la vita e' bella




Regia di Roberto Benigni con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Giorgio Cantarini, Giustino Durano

Recensione a cura di Harpo (voto: 8,0)

"La vita è bella" si può dividere in due parte distinte: la prima impostata sui canoni della commedia tipica di Benigni, ambientata in una tranquilla cittadina della Toscana negli anni '30. La seconda, di stampo drammatico, si svolge interamente all'interno di un lager nazista (Trieste).
Guido Orefice, toscano di origini ebraica, attraversa mille peripezie per far colpo su Dora destinata a sposare Rodolfo, un uomo dell'alta borghesia. Vincendo il confronto, Guido si unisce con Dora, apre una libreria e ha un figlio, Giosuè. Come un fulmini a ciel sereno, vengono istituite le leggi razziali di Mussolini e il piccolo ebreo viene deportato in un campo di concentramento insieme a suo figlio. La moglie li seguirà. Nonostante vi siano gag a dir poco esilaranti, com'è ovvio da questo punto in avanti inizierà la parte di impronta drammatica.
Nel lager Guido conoscerà le terribili sorti che il suo popolo è costretto a patire (con l'immediata uccisione di un suo zio anziano, Eliseo), ma nonostante tutto farà credere al piccolo Giosuè di trovarsi alle prese con un gioco a eliminazione, il cui premio finale è un carro armato. Ciò non perché sia completamente impazzito, ma bensì per sottrarre Giosuè all'immane crudeltà della shoah.

La vita è bella ha avuto un incredibile successo di pubblico (oltre 60 miliardi al di lire al botteghino), ma la critica si è spezzata in due tronconi, anche in ragione dell'attribuzione dei principali premi Oscar (Miglior film straniero, miglior attore protagonista, migliore colonna sonora). Infatti, da una parte vi sono che coloro che denunciano l'eccessivo squilibrio fra le succitate parti: i due capitoli rimangono incredibilmente divisi e diversi, in quanto nella prima metà guardiamo ad un film infantile e giocoso, mentre nella seconda vi sono chiari rimandi a tematiche ben più profonde.
E' quindi opinione abbastanza diffusa fra i critici che le due parti fossero fra loro incompatibili. Va inoltre sottolineato che una diatriba tra Benigni e Mihaileanu, autore di "Train de Vie", diede vita a diverse polemiche, in quanto quest'ultimo fece leggere all'attore toscano parti della sceneggiatura del film in lavorazione e successivamente il regista rumeno accusò il "nostro" Benigni di averlo copiato.

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