Recensione schindler's list
Recensione a cura di Harpo (voto: 9,0)
Sicuramente "Schindler's List" è il grande capolavoro di Spielberg, e il 1993 è l'anno migliore del regista ebreo-americano. Egli si cimenta nel grande dramma della shoah e trascrive, secondo gli attuali canoni hollywoodiani, la vicenda di Oskar Schindler. Il risultato è un film acclamato a gran voce sia da critica, che da pubblico e vincitore di 7 premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia.
Il film inizia con un prologo (ambientato nei giorni nostri) a colori, in cui un gruppo di ebrei prega, e finisce con un epilogo in cui i veri parenti e i sopravvissuti delle persone della lista si recano alla tomba di Schindler appoggiandovi un sasso, in segno di devozione e ringraziamento, secondo l'usanza ebraica. Tutto quello che vi è in mezzo è una struggente, quanto cruda ricostruzione dell'orrore dello sterminio, girata completamente in B/N (tranne qualche dettaglio simbolico, come la giacca di una bambina).
Comunque la vicenda si può dividere principalmente in tre parti: la prima concerne la vita di Schindler e l'epopea della sua storia. La seconda corrisponde al lento, ma inesorabile cambiamento dell'animo del protagonista, anche alla luce delle brutalità che vengono compiute nel campo di lavoro di Plaszow. Ovviamente la terza è l'acquisto dei suoi ebrei, e la messa in gioco di tutte le sue energie per la loro salvezza.
In principio Schindler decide di aprire un'azienda di oggetti smaltati, con una manodopera totalmente ebraica. Egli opta per lo sfruttamento di questo popolo senza particolari ragioni etico-morali, poiché "gli ebrei costano meno dei polacchi". Possiamo anche sostenere che Schindler non fosse contrario alla guerra, ne era anzi entusiasta, in quanto era stata quest'ultima a rendere possibile la sua fortuna. Va sostenuto che è proprio quando inaugura la sua impresa che si presenta lo straordinario personaggio di Itzhak Stern, prima suo contabile, poi suo amico e infine suo alter ego.
Proseguendo in una descrizione del protagonista è evidente che egli è una persona decisamente superficiale, un uomo a cui interessa soltanto fare soldi, crearsi amici importanti e avere appresso belle donne. Pian piano però questa personalità viene maturando, diventa decisamente più profonda: per esempio egli si arrabbia quando viene ucciso un uomo menomato della sua fabbrica.
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