Recensione i don't want to sleep alone
Recensione a cura di kowalsky
"Tutto ciò che si vede diventa... dissolvenza"
(Corpi 1) L'uomo steso a terra svenuto è un ragazzo senza fissa dimora, si chiama Hsiao-Kang, ed è stato appena aggredito e derubato.
Siamo in Malesia, a Kuala Lumpur, regno di dolore, miseria, sopraffazione e violenza. Lì un gruppo di operai bengledesi lo raccolgono, lo portano con sè, lo medicano. Tra di loro c'è Rawang, che decide di occuparsi di lui, e lo porta nel suo letto. Hsiao-Kang viene perciò accudito, come un soggetto degno della massima attenzione, da Rawang, che lo spoglia, lo lava, lo cambia, lo riveste, lo aiuta ad espletare i suoi bisogni corporali, atti meccanici che rivestono una certa importanza, sempre più a un passo dal desiderio omoerotico, ma mai vicino al completamento di un vero e proprio atto sessuale nei confronti del soggetto inerme. E' Rawang che cerca un'empatia fisica per donarsi per l'altro, e ne prova quasi una sorta di pudica reticenza.
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