giovedì 19 aprile 2007

Recensione RADIOFRECCIA

Recensione radiofreccia




Regia di Luciano Ligabue con Stefano Accorsi, Luciano Federico, Alessio Modica, Enrico Salimbeni, Roberto Zibetti, Francesco Guccini, Serena Grandi

Recensione a cura di foxycleo

Dalle canzoni, fin troppo ambientate "in riva al fosso", Luciano Ligabue passa alla regia mettendosi alla prova con l'immagine in movimento per descrivere la provincia, per figurare i fossi ed il bar, che può chiamarsi Mario o Sport o Laika senza cambiare sostanza. Anzi racconta molto di più di questo: narra la fine di una stagione, di quegli anni '70 vissuti sul filo tra voglia di libertà, bramosia di comunicare col mondo, sete di nuove idee, tra eroina e bombe, tra violenza e tradizione, lo racconta con un pizzico di retorica, qualche lungaggine e tanta nostalgia.

Della vita in provincia Ligabue ha un'esperienza diretta, come altrettanto bene conosce la nascita delle radio libere, quelle che effondevano un senso di affrancamento simile ad un profondo respiro che allarga i polmoni, quelle che erano sciolte da vincoli commerciali e di censura; illustra tutte queste emozioni attraverso il vissuto di un gruppo di amici, un microcosmo composto da ragazzi che hanno nome cognome e soprannome, che hanno sogni che si trasformano in realtà per mutare in impegni, che hanno genitori con i quali confrontarsi ed amori da cercare, personaggi a volte stereotipati, ma molto convincenti nelle loro caratterizzazioni.
Le macchiette nel film sono altre, sono gli strambi esseri umani in cui si può incappare in molti paesi scarsamente popolati: c'è Bonanza, fissato eccessivamente con il cinema, e Kingo, che sente di avere fin troppe affinità con Elvis; ancora Virus, che cerca di attirare l'attenzione dei compaesani ingurgitando qualsiasi cosa gli capiti a tiro... Fosse anche una Cinquecento!
E poi c'è il barista, che è anche l'allenatore della squadra di calcio del paese, interpretato senza studio ma con molto cuore da Francesco Guccini, che ha il ruolo chiave di fare scoprire la libera comunicazione al gruppo di protagonisti.

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