lunedì 9 giugno 2008

Recensione RED ROAD

Recensione red road




Regia di Andrea Arnold con Andrew Armour, Martin Compston, Tony Curran, Kate Dickie, Nathalie Press

Recensione a cura di Mimmot

Teso ed incalzante, claustrofobico e dolente, "Red Road" è la discesa agli inferi nell'ossessione di una donna, arida nei sentimenti e svuotata della capacità di vivere compiutamente dalla lunga elaborazione di un lungo e doloroso momento della sua vita; ma è anche la cronaca drammatica dell'interminabile viaggio di una donna, verso la ricerca di una vendetta a lungo meditata, per dare libero sfogo al suo odio represso e pareggiare i conti con un passato per lei lacerante.
I durevoli silenzi, le "sporche" atmosfere, i colori sgranati, la lentezza della narrazione, le voyeuristiche scene di sesso esplicito, le squallide ambientazioni rendono perfettamente bene il disagio di una donna in carenza di affetti, ed inducono lo spettatore in un lungo gioco di disorientamento perturbante, che lo porta ad accomunare vittime e carnefici come elementi di una stessa sconfitta, che unisce più che divide.

Girato dalla regista scozzese esordiente Andrea Arnold, "Red Road" è il primo lungometraggio di una trilogia denominata "The Advantage Party", un progetto britannico che prevede la realizzazione di tre film di tre registi scozzesi esordienti, interpretati dallo stesso gruppo di attori che recitano sempre il medesimo ruolo, con l'unico vincolo di raccontare lo squallore delle periferie di tre città scozzesi, con la stessa semplicità spartana di un film alla "Dogma 95" del danese Lars Von Trier.
Alla non più giovanissima Arnold è toccato il compito di rompere il ghiaccio, e lo ha fatto ambientando la sua opera in un quartiere desolato e desolante della periferia di Glasgow.
La sua fatica è stata facilitata dagli ottimi interpreti Kate Dickie e Tony Curran, entrambi di estrazione televisiva, ma bravissimi e coinvolgenti come pochi: anzi è mancato poco che la Dickie, a Cannes 2006 (dove il film è stato presentato in concorso vincendo il premio della Giuria) non vincesse la Palma d'oro come miglior interprete femminile.

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