Recensione the box
Recensione a cura di pompiere (voto: 7,5)
Con Richard Kelly si vola. Aerei, sonde, viaggi ai confini della realtà, portali del tempo, misteri, fantasie... C'è sempre qualcosa che cade dal cielo: dopo il motore di un aereo è la volta di un fulmine.
Il regista dell'adoratissimo "Donnie Darko" pare aver ridotto la sua vena creativa: se è vero che il suo primo lungometraggio ha colpito per il suo estremo equilibrio tra autorialità e contenuto, la prova successiva si è rivelata col fiato corto e priva di idee.
Adesso, dopo 8 anni dal suo lavoro più conosciuto, Kelly ha il coraggio di ripresentarsi con una pellicola per niente facile, nella quale dirada la messa in mostra della sua arte oratoria e la bramosia di "apparire" senza "essere". Corre il rischio di andare fuori dal tempo, tallonando un periodo e un genere fuori moda, malgrado ciò rimanendo coerente a se' stesso.
Ed ecco, dopo Donnie, ancora un giardino, ancora un vialetto, ancora scene di vita familiare con tanto di saluti imbarazzanti (l'amore genitoriale è così fastidioso?) al figlio che va a scuola, occhiate affettuose al marito, merende preparate, giornate impostate secondo i crismi di una buona ortodossia da parte dei coniugi Lewis. Cambia il paesaggio, il riferimento temporale, il tenore di vita, il clima, ma il wormhole è rimasto lì, pronto a inglobare altri "poveri" cristi smarriti e interdetti.
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