Recensione la casa del diavolo
Recensione a cura di FrancescoManca (voto: 8,0)
Nell'estate del 2005, un piccolo film horror apparentemente modesto e privo di grandi pretese portò una notevole scossa tra il pubblico e la critica internazionale che, salvo pochissime ed irrilevanti eccezioni (tra cui il sottoscritto), non esitarono minimamente a considerarlo un'autentica e piacevolissima sorpresa in grado di rivoluzionare una volta per tutte la storia del cinema horror.
Quel piccolo film era "La casa dei 1000 corpi" e il suo creatore un noto rocker di nome Rob Zombie, un tempo leader della celebre band alternative metal White Zombie.
Incoraggiato dal successo ottenuto con la sua opera prima dietro la macchina da presa, Zombie - il cui vero nome, per la cronaca, è Robert Cummings - diede vita all'atteso sequel dal titolo "The Devil's Rejects", storpiato nell'edizione italiana con il banale "La casa del diavolo", traduzione che poco c'azzecca con gli effettivi intenti che si pone la pellicola sin dal movimentato incipit.
Il plot mette nuovamente al centro le vicende della macabra e sanguinaria famiglia Firefly, composta da Capitan Spaulding, Otis, Baby, Tiny e Mother Firefly che, dopo le truculente efferatezze compiute nel primo film, sono costretti in questa occasione a fuggire dalla pressante morsa della polizia capitanata dallo sceriffo John Quincy Wydell, assetato di vendetta nei loro confronti dopo che questi hanno ucciso suo fratello George.
Mother Firefly viene immediatamente catturata, ma Otis e Baby riescono a fuggire rifugiandosi in un motel dove prenderanno in ostaggio una famiglia in attesa dell'arrivo di Capitan Spaulding.
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