Recensione la banda del brasiliano
Recensione a cura di pompiere (voto: 8,0)
Vaiano, comune in provincia di Prato. Paese di diecimila anime che ha dato i natali a Fiorenzo Magni, uno dei pochi ciclisti in grado di rivaleggiare con Coppi e Bartali. Un "vecchio" come non ce ne stanno più, esponente di una generazione che qualcuno considera ancora sana e di imbattibile caratura morale.
La pensano così gli autori de "La banda del brasiliano", film che ricorda da subito i classici "poliziotteschi" degli anni '70, dato il poster in bella vista di "Roma violenta" con Maurizio Merli, e quelli di altri film di Castellari, Fulci, Lenzi. Grazie ai movimenti nervosi della macchina a mano e alle gradevolissime musiche originali con tanto uso di basso, chitarra elettrica, sax e tromba, votate spesso a ritmi sincopati, i volti da "kriminali", rappresentanti di una generazione allo sbando senza riferimenti economici stabili, danno un senso al valore culturale in cui avevano creduto quando erano giovani, quando correvano con i go-kart, si baloccavano con i filmini super 8 e tiravano tardi al night.
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