Recensione pietro
Recensione a cura di Freddy Krueger (voto: 7,5)
"L'epitaffio di un'Italia triste, violenta, arrogante e morta"
Giona Nazzaro, "Film tv"
Il cinema italiano d'autore non è morto, nossignori, non se c'è ancora Daniele Gaglianone (e altri sconosciuti come lui). Ora alla sua terza pellicola, Gaglianone vinse alcuni premi per il suo lungometraggio d'esordio, "I nostri anni" (2001), al Jerusalem Film Festival e al Festival del Cinema Italiano di Villerupt, poi vinse un Sacher d'oro e fu apprezzato al Quinzaine des Réalisateurs e al festival di Cannes.
Nel 2004 invece uscì il suo "Nemmeno il Destino", apprezzato anch'esso e vincitore del Tiger Award al Festival di Rotterdam e di un premio speciale al Festival di Tapei, Taiwan.
"Pietro" (2010), che sarebbe stato difficile realizzare se Gaglianone non avesse avuto come amico il grande produttore Gianluca Arcopinto, ha vinto invece un premio speciale al Festival di Locarno.
Questo regista torinese dimostra di saperci fare con il vero Cinema e il film è come un grido di vendetta che mostra i lati più crudi dell'Italia. Fregandosene completamente dell'effetto sul pubblico, ci parla sinceramente come si farebbe con un amico.
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