lunedì 10 gennaio 2011

Recensione IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE

Recensione il responsabile delle risorse umane




Regia di Eran Riklis con Mark Ivanir, Guri Alfi, Julian Negulesco, Bogdan Stanoevitch

Recensione a cura di Mimmot

Trattare al cinema con ironia e leggerezza le contraddizioni del mondo moderno nei confronti della morte e della sepoltura, della condizione degli immigrati, della logica perversa del profitto ad ogni costo, del senso della vita, si può se il regista risponde al nome di Eran Riklis (quello de "Il giardino di limoni" e "La sposa siriana") e il film è "Il responsabile delle risorse umane".

La cinematografia israeliana non ha una lunga e consolidata tradizione, anzi è piuttosto recente e per questo spesso risulta giovane e frizzante; a differenza della letteratura che invece ha una storia molto più radicata e universalmente riconosciuta e che spesso offre al cinema idee e storie.
In questo caso Riklis (giovane e affermato regista israeliano, nato a Gerusalemme e cresciuto fra gli Stati Uniti e il Canada, forse il miglior autore contemporaneo del suo paese) si ispira allo scrittore Abraham B. Yehoshua e traduce per immagini un suo romanzo dallo stesso titolo, di cui fa propria una costante della sua narrativa, conservandone i toni tra il quieto e il malinconico, come tra il tragico e il nonsenso, che si celano tra le pieghe delle sue pagine.
Protagonista del film (come del romanzo) è il Responsabile delle risorse umane del più grande panificio di Gerusalemme (di cui non conosceremo il nome, come non lo conosceremo degli altri protagonisti che girano attorno alla storia, tutti indicati con la professione svolta o con il ruolo sociale ricoperto, ad eccezione della donna vittima dell'attentato, da cui la storia si dipana, quasi un risarcimento postumo o una tardiva restituzione di dignità). Suo compito dovrebbe essere quello di selezionare il personale, per poi diventarne il portavoce presso la dirigenza dell'azienda. Dovrebbe perciò tenere stretti contatti con tutti i propri dipendenti, conoscerli uno per uno e farsi carico dei loro problemi e delle loro istanze.
Succede però che una delle vittime di un attentato kamikaze di carattere politico, che scuote il mercato nel cuore della città, sia una rumena immigrata e priva di documenti.
Il cadavere della donna senza nome resta, quindi, all'obitorio per diversi giorni, senza che nessuno ne reclami la restituzione. Da un frammento di busta paga del mese, che la sconosciuta aveva con sé, si scopre che la donna si chiama(va) Yulia ed era una delle dipendenti del grande panificio, dove nessuno si è accorto della sua scomparsa, né tantomeno il Responsabile delle risorse umane, che proprio non si ricorda di lei e perciò non si è preoccupato per la sua prolungata assenza dal posto di lavoro.

[...]

Leggi la recensione completa del film IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE su filmscoop.it

Nessun commento: