Recensione se mi lasci ti cancello
Recensione a cura di Terry Malloy (voto: 9,0)
«Com'è felice il destino dell'incolpevole vestale!
Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Infinita letizia della mente candida!
Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.»
Il filosofo francese Michel de Montaigne scriveva che l'essere smemorati non è affatto un valore. O meglio, non lo è per chi ha a che fare con chi ne è esempio vivente. Chi dimentica, chi è senza memoria non può vivere con gli altri, da questi anzi viene disprezzato. E la ragione è semplice, basta prendere qualche esempio della vita quotidiana: un caffè con un amico, un appuntamento importante di lavoro, il cinema con una ragazza di cui si è visibilmente interessati, andare a prendere i figli a scuola. Chi non rispetta questi impegni per banale smemoratezza non ha un posto nel mondo, non ha un posto in mezzo agli altri. Ma di chi è colpa? Dello smemorato? Perché siamo letteralmente frustrati dalla debolezza mentale di chi è già abbastanza vessato dal suo male facendogliene una colpa, mortificandolo? E perché allora Alexander Pope nel 1717 scrisse quelle bellissime, quanto controverse parole nella poesia "Eloise to Abelard"?
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