Recensione albert nobbs
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Recensione a cura di peucezia
Dopo aver calcato i palcoscenici con lo stesso personaggio sin dal 1982, Glenn Close porta sul grande schermo "Albert Nobbs", tratto da un romanzo dello scrittore irlandese George Moore e sceneggiato dalla stessa Close con la collaborazione di István Szabó.
L'azione si svolge a Dublino, nell'Irlanda vittoriana di fine Ottocento, dove sono particolarmente stridenti le differenze sociali e dove è facile essere licenziati se, scivolando sulla neve, si schizza d'acqua un cliente danaroso e arrogante.
In un albergo elegante, gestito da una duchessa gretta e senza scrupoli, si svolge la vita dell'uomo senza qualità Albert Nobbs: minuto, servile, timido e riservato, ricorda a tratti il maggiordomo interpretato da Anthony Hopkins in "Quel che resta del giorno". La vita di Nobbs apparentemente meschina nasconde un segreto: in realtà l'ossequioso maggiordomo è una donna, sola al mondo, illegittima, costretta a vivere sotto mentite spoglie in cambio di un salario più dignitoso e di una vita solitaria riservata e senza pettegolezzi.
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