martedì 7 febbraio 2012

Recensione TRE UOMINI E UNA PECORA

Recensione tre uomini e una pecora




Regia di Stephan Elliott con Xavier Samuel, Kris Marshall, Kevin Bishop, Tim Draxl, Olivia Newton John, Laura Brent, Rebel Wilson, Jonathan Biggins, Steve Le Marquand

Recensione a cura di JackR

David (Xavier Samuel) e Mia (Laura Brent) si conoscono in vacanza e decidono di sposarsi immediatamente. Lui inglese, lei australiana, non sanno praticamente niente l'uno dell'altra. La famiglia di David è composta dai suoi tre migliori amici, che saranno ovviamente i suoi testimoni di nozze: il sarcastico Tom (Kris Marshall), l'ipocondriaco Graham (Kevin Bishop) e Luke (Tim Draxl), fuori di sé per essere stato lasciato per un uomo che, si mormora, in seguito ad un incidente abbia perso la virilità.
I quattro partono alla volta dell'Australia per la celebrazione del matrimonio e appena arrivati scoprono che Mia è la ricchissima figlia di un importante senatore (Jonathan Biggins), il quale ha acconsentito non troppo volentieri alle nozze e sta tentando di sfruttare l'evento a fini politici. Niente va per il verso giusto, né prima né durante il ricevimento: il senatore viene messo continuamente in imbarazzo davanti all'intero parlamento australiano a causa delle bravate dei testimoni, la moglie (Olivia Newton-John) riscopre il suo passato di party girl e David e Mia si rendono conto che la loro decisione potrebbe essere stata azzardata.

E' praticamente impossibile trovare qualcosa di originale nella sceneggiatura di "A Few Best Men". Più il film procede, più l'operazione di riciclaggio di idee altrui diviene da un lato evidente, dall'altro irritante, visto che lo sforzo maggiore fatto, ad esempio, per ricalcare l'idea di "Una Notte da Leoni" è sostituire la tigre di Tyson con la pecora del Senatore (che non poteva non mancare nel solito squallido titolo italiano: "Tre uomini e una pecora").
Il problema è anche che il materiale di partenza è non solo molto recente, ma anche molto famoso, il che non fa che esagerare la prevedibilità delle gag, molte delle quali sono persino, inutilmente, preparate in più atti nel corso del film.

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