lunedì 20 febbraio 2012

Recensione AUTUMN IN NEW YORK

Recensione autumn in new york




Regia di Joan Chen con Richard Gere, Winona Ryder, Anthony LaPaglia, Elaine Stritch

Recensione a cura di K.S.T.D.E.D.

"Strappalacrime" è la definizione che viene data ad un genere di film ormai riconoscibile. Non è però, come è comune convinzione, necessariamente sinonimo di pellicola scarsa e diretta ad un pubblico cerebroleso, ma può dirsi, al pari di ogni altra opera, riuscita o meno. Certo, il nome in particolare sembra ispirarsi a quelle che riuscite non lo sono affatto, quelle che cercano letteralmente di strappare lacrime allo spettatore al di là della qualità della storia raccontata. "Autumn In New York", in questo senso, è un esempio perfetto. A dirigere è Joan Chen, attrice che ha lavorato nelle più famose serie televisive degli anni '80 e in seguito nel "Twin Peaks" di David Lynch. Dopo aver partecipato ad altre pellicole, sempre come attrice, nel 2000 gira questo suo primo lungometraggio. L'inesperienza dietro la macchina da presa c'è e si vede, e non è forse un caso che la sua carriera da regista inizi e finisca qui.

Will Keane (Richard Gere) ha 48 anni, è proprietario di un ristorante ed è apprezzato nel suo lavoro al punto da guadagnarsi la copertina di una famosa rivista. Non mostra intenzione alcuna di avvicinarsi sentimentalmente ad una donna, defilandosi nel momento in cui avverte che un rapporto sta per farsi troppo serio. Quando però incontra Charlotte (Winona Ryder) il suo equilibrio comincia a vacillare sotto i colpi di emozioni che non riesce a controllare come ha sempre fatto.

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