venerdì 1 giugno 2012

Recensione LA FUGA DI MARTHA

Recensione la fuga di martha




Regia di T. Sean Durkin con Hugh Dancy, Elizabeth Olsen, Sarah Paulson, John Hawkes, Brady Corbet

Recensione a cura di Mimmot

"La gente non ha bisogno della carriera, la gente dovrebbe solo esistere."
Patrick

Un fenomeno in continua espansione è il proliferare delle sette religiose o, più eufemisticamente, delle nuove religioni, nelle frange più deboli e fragili della società, ma anche tra gli adolescenti e i giovanissimi con problemi familiari e spesso di adattamento sociale, per non parlare delle persone colte e benestanti, alla ricerca di riti misterici e allettati dalla promessa di benefici spirituali e della felicità immediata, che spesso si rivela la più terribile delle trappole.
Fenomeno reso ancora più grave dal fatto che le sette di nuova generazione all'adesione ad un codice dottrinario, seppur vago e confuso, hanno sostituito la sottomissione e la subalternità al guru o al santone di turno. Il fenomeno assume anche una valenza sociale grave perché molte delle persone che vi si rivolgono, invece di colmare il loro vuoto esistenziale, si ritrovano prosciugati sotto ogni punto di vista, sia mentale che economico.
Dietro il fenomeno delle sette pseudo religiose spesso si celano personaggi senza scrupoli, che assoggettano le vittime alla loro volontà, allo scopo di estorcere loro denaro o per costringerle a soddisfare le loro perversioni sessuali.
Queste sette effettuano lavaggi del cervello su persone fragili, in cerca di nuovi punti di riferimento, costringendo le vittime ad abbracciare l'unico credo ritenuto possibile, attraverso formule ripetitive e preghiere che annullano la volontà e il senso critico, a cui si aggiungono digiuni, privazioni del sonno e riti sacri, che depersonalizzano gli individui e le condizionano, anche sessualmente, al gruppo.

[...]

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