mercoledì 26 giugno 2013

Recensione HALLOWEEN II: IL SIGNORE DELLA MORTE

Recensione halloween ii: il signore della morte




Regia di Rick Rosenthal con Jamie Lee Curtis, Donald Pleasence, Charles Cyphers, Lance Guest, Hunter von Leer, Nancy Stephens, Tawny Moyer, Ana Alicia, Pamela Susan Shoop, Dick Warlock, Gloria Gifford, Ford Rainey

Recensione a cura di dubitas (voto: 7,5)

«Samhein non né il diavolo né dio né una strega, non è altro che l'abisso del nostro inconscio, tutti abbiamo paura del lato nero che è dentro di noi»

Esattamente 3 anni dopo il capolavoro di Carpenter, "Halloween - La notte delle streghe", Rosenthal decide di produrre un sequel che riprenda la storia proprio dove era finita, dando così vita ad un secondo "tempo", utilissimo ampliamento del nucleo originale, che ci permette di capire maggiori aspetti sul sanguinario omicida Michael Myers.

[...]

Leggi la recensione completa del film HALLOWEEN II: IL SIGNORE DELLA MORTE su filmscoop.it

martedì 25 giugno 2013

Recensione FEDELE ALLA LINEA

Recensione fedele alla linea




Regia di Germano Maccioni con Giovanni Lindo Ferretti

Recensione a cura di peucezia

Il documentario realizzato da Germano Maccioni ruota intorno alla carismatica figura di Giovanni Lindo Ferretti, leader del gruppo dei CCCP denominato in seguito CSI e poi sciolto nel 2000 con la fine delle Ideologie. Si tratta in effetti di una lunga intervista-confessione che parte dall'infanzia del cantante, studente per volere di sua madre in una scuola cattolica. Ferretti si sofferma sulla sua fede di bambino di paese e sul rapporto con la madre sempre tormentato e contrastato.

Si passa poi alle esperienze successive, alla fede smarrita e al credo politico che lo accompagnerà a lungo, la malattia, con racconti particolareggiati dei suoi ricoveri e del grave male che lo ha colpito nella maturità fino al ritorno alla fede religiosa forse mai effettivamente perduta e all'esperienza di viaggio in Mongolia.

[...]

Leggi la recensione completa del film FEDELE ALLA LINEA su filmscoop.it

lunedì 24 giugno 2013

Recensione IL GRANDE GATSBY (2013)

Recensione il grande gatsby (2013)




Regia di Baz Luhrmann con Leonardo Di Caprio, Carey Mulligan, Tobey Maguire, Isla Fisher, Joel Edgerton, Gemma Ward, Callan McAuliffe, Amitabh Bachchan, Jason Clarke, Daniel Newman, Jack Thompson, Jacek Koman, Elizabeth Debicki

Recensione a cura di atticus (voto: 5,0)

Il film più pubblicizzato dell'anno è una delusione. Il rammarico non è solo nei confronti di un romanzo epocale, che per la quarta volta si ritrova ad affrontare il grande schermo (l'ultima fu nel 1974, nell'omonima pellicola di Jack Clayton con Robert Redford e Mia Farrow) ma anche per un regista, in passato, di straordinaria comunicativa, ormai ridotto a un meccanico da botteghino.

Un sentimento di irritazione costante accompagna l'intera visione di quest'ultimo "Grande Gatsby", evento d'apertura di Cannes 2013 e attesissimo kolossal multimilionario dell'australiano Baz Luhrmann, già avvezzo alla rilettura di grandi classici letterari e pronto a raccogliere l'eredità di un testo cardine della cultura americana, con l'intenzione di farne una fiera delle atrocità in cui dare libero sfogo alla sua megalomania estetica.

[...]

Leggi la recensione completa del film IL GRANDE GATSBY (2013) su filmscoop.it

venerdì 21 giugno 2013

Recensione GAMBIT (2013)

Recensione gambit (2013)




Regia di Michael Hoffman con Cameron Diaz, Colin Firth, Alan Rickman, Tom Courtenay, Stanley Tucci, Cloris Leachman, Erica LaRose, Anna Skellern

Recensione a cura di atticus (voto: 6,0)

Ci si aspettava di meglio dal tanto atteso remake del classico di Ronald Neame "Gambit - Grande furto al Semiramis", delizioso heist movie del 1966, interpretato in maniera sublime da Michael Caine e Shirley MacLaine. Poco, pochissimo di quel film resta nella sceneggiatura dei geniali Joel e Ethan Coen, autori da storia del cinema, qui a corto di vera ispirazione.

Un amabile e imbranato esperto d'arte londinese, Harry Deane (Colin Firth), stanco delle continue vessazioni del suo capo, il ricchissimo collezionista Lionel Shabander (Alan Rickman), decide di raggirarlo, spingendolo all'acquisto di un falso dipinto di Monet. Per farlo si serve dell'aiuto della stravagante PJ Puzowski (Cameron Diaz), una campionessa di rodeo texana, accortamente scovata perché, forse, discendente degli antichi proprietari del quadro. Il colpo si rivelerà più complesso delle rosee previsioni iniziali.

[...]

Leggi la recensione completa del film GAMBIT (2013) su filmscoop.it

giovedì 20 giugno 2013

Recensione INTO DARKNESS - STAR TREK

Recensione into darkness - star trek




Regia di J.J. Abrams con Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Benedict Cumberbatch, Simon Pegg, Karl Urban, John Cho, Bruce Greenwood, Alice Eve, Anton Yelchin, Peter Weller, Nick Tarabay, Tom Archdeacon, Noel Clarke

Recensione a cura di JackR

Avvertenza: per evitare spoiler, la sinossi omette volutamente alcuni dettagli della trama.
Durante una missione esplorativa, per salvare la vita di Spock (Zachary Quinto), il capitano Kirk (Chris Pine) decide di infrangere la Prima Direttiva del regolamento della Federazione, che vieta tassativamente di interferire con lo sviluppo delle civiltà indigene di un pianeta. Al ritorno, scopre che Spock ha presentato rapporto a Pike (Bruce Greenwood) sull'accaduto, che la Federazione gli ha di conseguenza tolto il comando dell'Enterprise e intende rispedirlo all'Accademia. Un brutale attacco terroristico a un archivio della Federazione da parte di un ex agente speciale, John Harrison (Benedict Cumberbatch), scatena nel frattempo una caccia all'uomo interplanetaria. L'Enterprise, guidata nuovamente da Kirk, è incaricata dall'Ammiraglio Marcus di giustiziare Harrison, nascostosi su Kronos, pianeta natale dei Klingon al di fuori dello spazio di competenza della Federazione. Il rischio è quello di un incidente diplomatico e una guerra sanguinosa con i Klingon, pertanto Kirk decide ancora una volta di fare a modo suo, catturando Harrison invece di giustiziarlo. Il prigioniero rivela al capitano la sua vera natura e una storia che mette in discussione tutto quello in cui Kirk e compagni credono, mentre l'Ammiraglio Marcus arriva su Kronos con una nave pronta a far fuoco sull'Enterprise qualora Kirk e Spock non collaborino consegnando immediatamente il prigioniero...

Il test della Kobayashi Maru è una simulazione tattica dell'Accademia senza possibilità di vittoria. E' pensato per istruire i futuri capitani a mantenere il controllo in una situazione senza vie d'uscite. Il capitano Kirk è l'unico membro della Starfleet Academy ad averlo superato, barando. "Star Trek II - L'ira di Khan" (film del 1982) introduceva questo aneddoto legato alla giovinezza di Kirk, ripreso brillantemente da Abrams nel suo primo episodio del 2008. Riprendere in mano franchise gloriosi e vetusti come "Star Trek" (per non parlare di "Star Wars"), è il test della Kobayashi Maru per qualunque regista.
Situazioni senza via d'uscita. A parte barare, s'intende: Abrams lo fa, e alla grande. Prima, trasformando un rischioso reboot in un ardito sequel mediante un viaggio nel tempo, poi assicurandosi per l'immancabile secondo appuntamento un richiamo fortissimo al secondo film della serie classica, proprio "L'Ira di Khan", rimasto nei cuori e nella mente di tutti i fan di Star Trek della galassia.
John Harrison è in realtà Khan? Quelle mani nel trailer separate da un vetro non saranno la riproposizione della commovente scena della morte di Spock? Un rischio elevatissimo, ma non per uno che non crede in uno scenario senza vie d'uscita. Come J.J.Abrams, che se le cerca, o come il capitano James T. Kirk.

[...]

Leggi la recensione completa del film INTO DARKNESS - STAR TREK su filmscoop.it

martedì 18 giugno 2013

Recensione THE LOVED ONES

Recensione the loved ones




Regia di Sean Byrne con Xavier Samuel, Jessica McNamee, Robin McLeavy

Recensione a cura di dubitas (voto: 7,0)

L'incidente, a seguito del quale morì il padre, ha segnato profondamente la vita di Brent Mitchell che, afflitto da sensi di colpa e da un dolore immane, ha sviluppato manie autolesionistiche. Per fortuna c'è un'occasione capace di fargli dimenticare, almeno per un attimo, il suo passato: la festa da ballo di fine anno. Sa già che la trascorrerà con la fidanzata Holly, unica persona che gli è stata vicina nel dolore e lo ha sostenuto e, leggendo nei suoi occhi l'euforia di aver passato l'esame della patente, decide di farsi accompagnare proprio da lei.

Il giorno stesso Brent, per allentare un po' la tensione e rilassarsi, si dedica al "climbing" su una montagna rocciosa e giunto all'estremità si siede sulla roccia per guardare il panorama. Ma viene colpito e narcotizzato da un uomo che lo legherà e gli farà trascorrere una serata ben diversa da quella che si aspettava, in compagnia di sua figlia Lola, la sua ammiratrice non "corrisposta" a cui aveva rifiutato la proposta di accompagnarlo per la festa. Inizia così per il povero ragazzo un viaggio nei "meandri" dell'inferno, fatto di torture e violenza fisica, oltre che psicologica, e si avrà la percezione di trovarsi in una famiglia di "pazzi", capace di compiere le peggiori efferatezze per raggiungere i propri obbiettivi. Abbiamo sùbito un quadro familiare ben preciso attraverso la scena del "tavolo" (sicuramente ispirata a "Non aprite quella porta"): da una parte c'è il silenzioso "Daddy", che asseconda i capricci della figlia e si dà ad un amore incestuoso con questa, e dall'altra "Mummy", che però non è carnefice, ma vittima lei stessa della violenza familiare (è stata lobotomizzata con un trapano e non può parlare).
Parallelamente a questo orrore familiare, si intrecciano storie di adolescenti, come Mia, la ragazza "gotico-depressa" e Jamie, il tipico spavaldo in cerca di sesso e divertimento; intanto durante le ricerche da parte dei familiari (Holly e la madre di Brent) cresce la preoccupazione e l'ansia per la sorte del ragazzo, che non si fa vivo per l'intera notte. Una svolta della vicenda si avrà solo verso la fine e prima lo spettatore dovrà coprirsi bene gli occhi se non vuole rimanere impressionato dalla sequela di torture proposte.

[...]

Leggi la recensione completa del film THE LOVED ONES su filmscoop.it

lunedì 17 giugno 2013

Recensione ANNA KARENINA (2012)

Recensione anna karenina (2012)




Regia di Joe Wright con Keira Knightley, Michelle Dockery, Kelly MacDonald, Jude Law, Matthew MacFadyen, Emily Watson, Olivia Williams, Holliday Grainger, Ruth Wilson, Alicia Vikander, Domhnall Gleeson, Alexandra Roach, Bill Skarsgård

Recensione a cura di atticus (voto: 8,5)

Non occorre essere proprio dei matusa per conoscere perfettamente la tragica storia di Anna Karenina, celeberrimo personaggio-simbolo nato dalla penna anticonformista di Lev Tolstoj e trasposto una quantità sterminata di volte tra cinema e tv, prima col volto della Garbo, poi con quello di Vivien Leigh, fino alla petulante Sophie Marceau.

Ci ha riprovato il regista britannico Joe Wright, espertissimo di riduzioni letterarie su grande schermo, avendo già diretto l'apprezzato "Orgoglio e pregiudizio", tratto da Jane Austen, e il discusso (e magnifico) "Espiazione", dal romanzo di Ian McEwan.
Ancora una volta, chiama con sé la sua musa Keira Knightley, oltre a una collaudata e infallibile squadra tecnica (Dario Marianelli alle musiche, Seamus McGarvey alla fotografia); in più, arruola in sede di sceneggiatura l'abile fantasista della tradizione Tom Stoppard ("Rosencranz e Guildestern sono morti", "Shakespeare in Love"): il risultato finale è decisamente notevole.

[...]

Leggi la recensione completa del film ANNA KARENINA (2012) su filmscoop.it

venerdì 14 giugno 2013

Recensione PRANZO MISTERIOSO

Recensione pranzo misterioso




Regia di Bob Balaban con Randy Quaid, Mary Beth Hurt, Bryan Madorsky

Recensione a cura di dubitas (voto: 7,0)

Ambientato nell'America anni '50, il film parla della storia di un bambino, Michael, che, dopo essersi trasferito nel Massacchussets, dovrà iniziare una "nuova vita", trovare nuovi amici e soprattutto convivere con le stranissime abitudini alimentari dei genitori, che sembrano gradire solamente carne umana per i loro pranzi e cene.
L'avere due genitori cannibali e malati (in una scena vengono inquadrati fare sesso coperti di sangue delle loro vittime) lo porta a chiudersi in se stesso e a vivere in una realtà isolata, fatta di incubi notturni, ossessioni, pensieri ricorrenti. Il colore che sempre ritorna è il rosso: rosso il sangue, rossi gli incubi notturni, rosso il colore che usa nei suoi disegnini scolastici.
Michael riesce a fare amicizia con una ragazza, Sheila, che dice di provenire dalla luna e di non avere genitori, salvo poi scoprirsi una mitomane alla ricerca di attenzione, poco seguita anche lei dai genitori ubriaconi e irresponsabili. Sheila porterà Michael ad aprirsi sempre di più e a scoprire cose nuove, determinanti per lo sviluppo della vicenda, mentre un'altra figura (quella della psicologia della scuola), ricercatrice nervosa e fumatrice, cercherà di scoprire che cosa si cela nel dramma interiore del bambino e nel suo struggente silenzio. Come si può notare entrambe le figure vedono nel bambino un "alter ego" poiché anche loro cercano di evadere da una vita, o meglio da una società, della quale rifiutano i valori.
Intanto il papà di Michael, sempre più preoccupato del fatto che il figlio non mangi niente, decide di spiarlo e capire così il perché di molti suoi atteggiamenti a tavola, salvo poi scoprire la sua natura traditrice e il suo odio profondo, accompagnato da un graduale desiderio di "fuggire" dall'ambiente familiare.

"Parents" è firmato dal regista Bob Balaban, la cui carriera è caratterizzata soprattutto da comparse in sit-com americane (come "Seinfeld") mentre la sceneggiatura è affidata al meno conosciuto Christopher Hawthorne.
E' difficile far rientrare "Parents" in un genere definito, forse perché oggi di film come questo se ne realizzano pochi mentre un tempo, negli anni '80, erano piuttosto frequenti. Qualcuno lo considera un "surrealist horror", qualcun altro una "commedy horror" ed altri ancora un horror puro e semplice (visto che tratta del tema del cannibalismo). Ad ogni modo non manca mai la vena ironica e l'elemento horror non è mai portato ad alti livelli ma sempre abbozzato superficialmente. Così la famiglia non ci apparirà come una crazy family alla "Non aprite quella porta", perché Balaban voleva dipingere un quadro familiare grottesco, paragonabile alla famiglia Addams. E non solo. Voleva anche proporre una denuncia sociale alla middle class americana anni '80 mettendone in luce gli aspetti più contraddittori e ipocriti come il voler "apparire" e non il voler "essere" (da qui la necessità di nascondere il vero "essere" agli altri, ricorrendo al giochetto dell'invisibilità).

[...]

Leggi la recensione completa del film PRANZO MISTERIOSO su filmscoop.it

giovedì 13 giugno 2013

Recensione IL MATRIMONIO CHE VORREI

Recensione il matrimonio che vorrei




Regia di David Frankel con Meryl Streep, Tommy Lee Jones, Steve Carell, Jean Smart, Marin Ireland, Susan Misner, Ben Rappaport, Patch Darragh, Bill Ladd

Recensione a cura di atticus (voto: 7,0)

Nella non foltissima schiera di film che si sono occupati di sesso e sentimenti in età matura (tra i più recenti, "Tutto può succedere" di Nancy Meyers e "Una soluzione razionale" di Jörgen Bergmark), solo in rarissimi casi si è arrivati a porre al centro del discorso l'insormontabile distanza di coppia, specie nell'intimità, dopo decadi di sonnolenta e abitudinaria vita matrimoniale. Lo fa, invece, questo film di David Frankel che, per l'occasione, ritrova Meryl Streep a 6 anni dall'indimenticabile, malefica Miranda Priestly de "Il diavolo veste Prada".

Kay (Streep) e Arnold (Tommy Lee Jones) sono sposati da più di trent'anni e, all'apparenza, nulla sembra scalfire la metodica quotidiana di un'unione solidissima.
Invero, lui al talamo preferisce il golf in tv e lei mal sopporta la sconfitta degli amorosi sensi, tanto da ricorrere a uno specialista sessuologo (Steve Carell) nel Maine. Il marito, burbero e tirchio, cede con fatica alla terapia; la moglie, curiosa e piena di speranze, si applica di buon grado: scoccherà nuovamente la scintilla della passione?

[...]

Leggi la recensione completa del film IL MATRIMONIO CHE VORREI su filmscoop.it

mercoledì 12 giugno 2013

Recensione SOLO DIO PERDONA - ONLY GOD FORGIVES

Recensione solo dio perdona - only god forgives




Regia di Nicolas Winding Refn con Ryan Gosling, Luke Evans, Kristin Scott Thomas, Vithaya Pansringarm, Yaya Ying, Tom Burke, Sahajak Boonthanakit

Recensione a cura di Mimmot

Nicolas Winding Refn, regista danese, icona del popolo cinefilo, non fa mistero di amare un cinema dall'abbagliante impatto visivo, intriso di un alone metafisico, per certi versi più vicino alla cinematografia orientale piuttosto che agli stereotipi di certo cinema hollywoodiano.
Un cinema, il suo, controllato, quasi cerebrale, eppure sempre straordinariamente potente, suggestivo e perturbante, esteticamente affascinante e concettualmente straniante, in cui i toni e le atmosfere notturne e rarefatte vengono estremizzate per piegarle a un racconto più complesso, pieno di sottigliezze e di sfaccettature. Per questo è considerato un regista di culto, capace di creare personaggi estremi, tra violenze disumane e lirici silenzi. Un cineasta in grado di realizzare pellicole considerate di nicchia in tutto il mondo, eppure capaci di vincere premi nei vari festival cinematografici.

"Only God Forgives", il suo ultimo film, anche stavolta con Ryan Gosling come protagonista, non fa eccezione alla regola, ma segna un punto di svolta nella sua carriera professionale. Si tratta di un "revenge movie" con cui il regista danese riprende il suo discorso sul cinema della criminalità e della violenza, che ha caratterizzato un po' tutta la sua cinematografia precedente a cominciare da "Pusher", viste come sole modalità significative del caos; ma sposta il suo sguardo dalla malavita losangelina per rivolgerlo verso quella orientale, dove il surplus di violenza si crede possa essere meglio accettato e forse anche rivestito di significati ascetici e spirituali.

[...]

Leggi la recensione completa del film SOLO DIO PERDONA - ONLY GOD FORGIVES su filmscoop.it

martedì 11 giugno 2013

Recensione LAKE PLACID

Recensione lake placid




Regia di Steve Miner con Bill Pullman, Bridget Fonda, Oliver Platt, Brendan Gleeson, Bretty White

Recensione a cura di dubitas (voto: 6,5)

Una stravagante banda di prof universitari, paleontologi e poliziotti, si avventura alla ricerca del mostruoso coccodrillo che abita il lago di Maine e che ha appena sbranato un etologo. Inizialmente vengono a scoprire che nel posto abita solo una signora anziana vedova, anche questa figura molto bizzarra, che si scoprirà poi essere allevatrice e amica dell'alligatore, tanto da portargli in pasto parte del suo bestiame.
Intanto l'equipe si cimenta nell'impresa di catturare vivo l'animale, anche a costo di rischiare la propria pelle ed usando i mezzi più strani per attirarlo (una vacca, un elicottero e dei sedativi).

Steve Miner, già regista di due episodi della saga "Venerdì 13", dirige un B-movie con caratteristiche anni 80, mischiando l'elemento horror (splatter) a quello ironico, come aveva già fatto con il film più vecchiotto "Chi è sepolto in quella casa?". Il soggetto a cui attinge però non è nuovo, anzi "Lake placid" si inserisce in un lunga catena di "beast movie", che conosce il suo inizio proprio negli anni 80, con il film "Alligator" di Tom Lewis. Non si può poi negare che Miner si rifà a pellicole recenti come "Anaconda" (1997), altro thriller ben confezionato del regista Luis Llosa. Da notare infine che l'idea di Steve Miner costituisce la base, l'incipit di una saga composta da quattro capitoli, tutti diretti da registi diversi e che la moda del "coccodrillo freak" si diffonde proprio sulla "scia" del suo successo, con film quali "Supercroc" e "Crocodile".

[...]

Leggi la recensione completa del film LAKE PLACID su filmscoop.it

lunedì 10 giugno 2013

Recensione LES MISERABLES

Recensione les miserables




Regia di Tom Hooper con Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Eddie Redmayne, Samantha Barks, Sacha Baron Cohen, Helena Bonham Carter, Aaron Tveit

Recensione a cura di atticus (voto: 7,0)

Come trasporre sul grande schermo il musical più rappresentato e visto della storia di Broadway (repliche ininterrotte sin dall'ottobre 1985, più di "Cats")?
Probabilmente è un interrogativo destinato ad avere nessuna e infinite risposte, fatto sta che la versione firmata Tom Hooper, dopo il trionfo del suo "Il discorso del re", dello spettacolo teatrale di Schönberg e Boublil tratto dal capolavoro letterario di Victor Hugo, "Les Miserables", porta con sé molti pregi e altrettante falle.

Nella Francia del XIX Secolo, il galeotto Jean Valjean (Hugh Jackman), reo di aver violato la libertà condizionata e, a suo tempo, di aver rubato una pagnotta di pane per salvare il figlio di sua sorella, vive sotto la falsa identità di sindaco in un villaggio, dove è stimato da tutti come benefattore. L'arrivo dello spietato gendarme Javert (Russell Crowe), da decenni impegnato nella sua ricerca e cattura, cambierà ancora una volta i piani dell'uomo che, nel frattempo, è diventato tutore di Cosette (Amanda Seyfried), figlia dell'operaia Fantine (Anne Hathaway), morta di stenti anni prima. Sullo sfondo, si prepara la rivoluzione.

[...]

Leggi la recensione completa del film LES MISERABLES su filmscoop.it

venerdì 7 giugno 2013

Recensione LA GRANDE BELLEZZA

Recensione la grande bellezza




Regia di Paolo Sorrentino con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Serena Grandi, Vernon Dobtcheff, Isabella Ferrari, Luca Marinelli, Giorgio Pasotti, Giulia Di Quilio, Massimo Popolizio, Giorgia Ferrero, Roberto Herlitzka, Carlo Buccirosso, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Stefano Fregni

Recensione a cura di Paolo Ferretti De Luca aka ferro84 (voto: 9,0)

Quanta bellezza luccica scintillante sotto il sole dell'estate romana, fontane spumeggianti sgorgano inquiete da feroci bocche e da vasi traboccanti, riversandosi in vasche turchesi di una fontana del Gianicolo. Lì, ai piedi di questo angolo di arte e paradiso, si elevano in centinaia le cupole di una Roma che si estende nella sua struggente bellezza, talmente bella, da poterne morire.
Eppure, quando cala la sera, il volto oscuro della città eterna si manifesta non nel degrado conosciuto di una grande metropoli, almeno non solo, ma nel degrado umano di quella vita cosiddetta mondana che si dà appuntamento alla festa più "in" di turno.

Carampane rattrappite vestite da vecchie battone d'alto bordo, tenute su a forza di botox e silicone, ballano sfrenate tra aitanti giovanotti arrivisti, ragazze cocainomani pronte a tutto e artistucoli da avanspettacolo in cerca dell'occasione della vita... e poi c'è lui Jep Gambardella.
Gambardella, anima della festa, il grande Gatsby delle estati romane, presenzialista d'eccezione che vive di quell'umanità e si nutre della mediocrità latente dell'italiano medio arricchito.

[...]

Leggi la recensione completa del film LA GRANDE BELLEZZA su filmscoop.it