lunedì 3 giugno 2013

Recensione THE DESCENT 2

Recensione the descent 2




Regia di Jon Harris con Shauna MacDonald, Natalie Jackson Mendoza, Krysten Cummings

Recensione a cura di dubitas (voto: 6,5)

Sarah è l'unica superstite del viaggio nelle grotte, riesce infatti a fuggire e a farsi trovare dalla polizia, grazie all'aiuto di un automobilista. Sotto shock, in uno stato di confusione, la giovane protagonista (Shauna MacDonald) viene interrogata da Rios (Krysten Cummings) per ordine dello sceriffo Valnes. L'interrogatorio non porta a nulla, ma rimane un'unica certezza: il sangue sui vestiti di Sarah è lo stesso di quello di Juno, altra dispersa, famosa figlia del senatore.
Intanto, mossi dalla volontà di conoscere la verità, un gruppo di due poliziotti e tre speleologi si avventurano nelle grotte, accompagnati da Sarah, l'unica in grado di aiutarli. Ma presto il coraggioso tentativo di "discesa" all'inferno si rivelerà una mossa sbagliata: i mostri, gli stessi del primo capitolo, sentendo varie voci, attaccano ferocemente i malcapitati, in quello che si può considerare a tutti gli effetti un "survival horror" e così, dopo fiumi di sangue, chi si salverà?

La direzione del tanto atteso sequel di "The Descent ", piccolo cult firmato Neil Marshall, è stata affidata a John Harris, il regista britannico montatore di lungometraggi degni di fama, come "Eden Lake" oppure "The Woman in Black". Il paese di produzione è sempre il Regno Unito, ormai rivelatosi nel campo della cinematografia horror.
Il primo capitolo aveva riscosso così tanto successo che era stato definito come uno dei più claustrofobici film dell'anno e aveva un finale formidabile e poetico, che faceva strabuzzare gli occhi allo spettatore più freddo. Con questo sequel si stronca quasi completamente la conclusione del primo, partendo da un happy ending tipicamente americano, dando per "salva" la protagonista Sarah, senza dilungarsi su spiegazioni del tipo: "Ma come ha fatto a salvarsi in mezzo a una massa informe di mostri e senza conoscere la via d'uscita?"
E purtroppo i difetti non finiscono qui, almeno a livello di sceneggiatura. La povera Sarah, appena uscita da un incubo, scende pochi giorni dopo nelle caverne dove erano morte le sue amiche: una forzatura bella e buona, che difficilmente però si poteva evitare. Sarah è infatti l'unico anello di collegamento fra i due capitoli e questa seconda parte non avrebbe senso senza la sua presenza. Ma tralasciando ciò, ci si chiede se due poliziotti e tre speleologi, di cui uno più scemo dell'altro, fossero adatti a un'impresa del genere o, quantomeno, "bastassero". Pare che John Harris li abbia inseriti tanto per giustificare poi il loro sterminio e il "flop" del loro progetto, che non sarebbe accaduto certamente con una "equipe" più attenta e preparata.

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