mercoledì 25 ottobre 2006

Recensione SCOOP

Recensione scoop




Regia di Woody Allen con Woody Allen, Jim Dunk, Jody Halse, Hugh Jackman, Scarlett Johansson, Robyn Kerr, Kevin McNally, Ian McShane

Recensione a cura di Carlo Baldacci Carli

A questa Hollywood così strabordante di blockbuster dai budget ridicolmente alti, gonfi di effetti speciali e visivi, ma poveri di contenuti, Woody Allen preferisce l'Inghilterra. E sembra che l'aria londinese gli giovi non poco.
Dopo il successo di "Match Point", insolita incursione del regista newyorkese in un genere che non gli appartiene, Woody Allen abbassa il tiro. Con "Scoop", sua trentasettesima regia, abbandona il dramma esistenziale, permeato di cinismo ed intriso di un pessimismo acuto, per ritornare alla commedia sofisticata. Ritroviamo così le atmosfere di film come "Misterioso Omicidio a Manhattan" (1993) e di "Crimini e Misfatti" (1989), ma anche de "La Maledizione dello Scorpione di Giada" (2001) e di "Harry a Pezzi" (1997).
Effettivamente "Scoop" nulla aggiunge alla carriera cinematografica dell'autore newyorkese. In questa pellicola ritroviamo appunto tutta una serie di argomenti e di situazioni, che Allen ha già trattato, ciò tuttavia non trasmette il senso fastidioso del già visto.

La vicenda narrata è semplice e lineare, così come sono semplici i temi trattati. In "Scoop" si affronta con buona ironia la tematica del giornalismo e del delirio di accaparrarsi per primi la notizia sensazionale.
Dopo la sua assenza nelle due precedenti pellicole ("Melinda e Melinda" e "Match Point") , Woody Allen ritorna davanti alla macchina da presa ed interpreta Sid Waterman, in arte Mister Splendini, un prestigiatore un po' stordito, confuso e confusionario. E proprio come un mago prende una serie d'ingredienti e li mescola dentro un calderone, così Allen riprende molte tematiche a lui care e le miscela in un unico prodotto. Oltre al tema dello scoop giornalistico, ritroviamo la paura, o meglio, la mala accettazione della morte come destino comune; il denaro e lo stato sociale da una parte e il delitto come mezzo per garantirli dall'altra; la bella e giovane dilettante, in questo caso studentessa di giornalismo, che vive i sentimenti in pienezza e si rivela più scaltra di quanto non appaia; il fascino dell'aristocrazia britannica.
E così Woody Allen condisce questa miscela sapiente con una buona dose d'ironia, con un pizzico di vena fantastica e con una sottile malinconia, che emerge più e più volte. Il risultato è una commedia brillante e vecchio stile. Oggi potrebbe addirittura essere definita fuori moda e può rievocare, anche se solo da lontano, altre commedie sul mondo del giornalismo come ad esempio "10 in Amore" ("Teacher's Pet", 1958) del regista americano George Seaton, interpretato da Clark Gable, Doris Day, e dal simpaticissimo Gig Young, ma anche l'eccellente "Prima Pagina" del geniale Billy Wilder, con un Walter Matthau mattatore e un Jack Lemmon irresistibile.

[...]

Leggi la recensione completa del film SCOOP su filmscoop.it

Nessun commento: