martedì 10 ottobre 2006

Recensione UN AMERICANO A ROMA

Recensione un americano a roma




Regia di Steno con Alberto Sordi, Maria-Pia Casilio, Giulio Calì, Ilse Peterson, Rocco D'Assunta, Carlo Delle Piane, Anita Durante

Recensione a cura di peucezia

"Maccarone, m'hai provocato e io me te magno". Con questa frase Nando Morioni, alias Santi Byron, alias Albertone Sordi, passa alla storia della commedia all'italiana. Già apparso come personaggio secondario nel film corale "Un giorno in pretura" (1953), Moriconi, eterno bambinone, torna da protagonista e mattatore assoluto in una pellicola che ha fatto epoca e che ha consacrato un giovane attore di talento a stella di prima grandezza.

Siamo nei primi anni Cinquanta, un'Italia che a fatica si sta scrollando di dosso le macerie della Seconda Guerra Mondiale e che sta venendo lentamente conquistata da mode e modi d'oltreoceano. Il personaggio inventato da Sordi è il simbolo di questa lenta e poco subliminale seconda campagna d'Italia: parla un inglese totalmente inventato, una sorta di gramelot che fa di lui un personaggio buffonesco ma anche un perdigiorno, un buono a nulla capace solo di lamentarsi. Indossa un paio di jeans attillatissimi, suscita l'interesse di una sprovveduta camerierina (Maria Pia Casilio) e i dolori e le angosce dei suoi genitori (la mamma è Anita Durante, una celebre attrice del teatro romanesco). Moriconi è l'antitesi dell'italiano che si rimbocca le maniche per contribuire al bene del suo paese: infatuato di un'America fatta di film western e canzonette sogna di andare a Kansas City, ma ignora che il "sogno americano" di cui va cianciando è fatto soprattutto di sudore e sacrificio.

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