venerdì 27 ottobre 2006

Recensione UNA NOTTE ALL'OPERA

Recensione una notte all'opera




Regia di Sam Wood con Groucho Marx, Harpo Marx, Chico Marx

Recensione a cura di Harpo (voto: 10,0)

Otis B. Driftwood (Groucho Marx) convince una ricca vedova (Margaret Dumont) a investire un'importante somma di denaro per l'ingaggio del grande tenore Lasparri. Anche grazie all'intervento di due folli compari (Chico e Harpo), la prima de "Il trovatore" di Verdi risulterà un parziale fallimento, che verrà salvato solo mediante l'intervento di un giovane cantante (Allan Jones).

"Una notte all'opera" è senz'altro un crocevia fondamentale nella carriera cinematografica dei Marx, nonché una metamorfosi dei loro canoni recitativi. Dopo il fiasco di "Duck Soup" i fratelli vennero licenziati in tronco dalla "Paramount" e il gruppo si accodò alla "MGM". Infatti, la loro prima casa produttrice si annunciò assolutamente insoddisfatta del corso dei Marx, soprattutto in considerazione dei pessimi risultati economici conseguiti con "La guerra lampo".
In aggiunta a ciò, va sottolineato il ritiro dalla scena di Zeppo (il fratello più giovane), il quale maturò una carriera nelle vesti di procuratore. Comunque l'allontanamento del quinto fratello dalla scena non causò conseguenze importanti per quanto concerne la brillantezza umoristica dei fratelli che, dopotutto, aveva in Chico, Harpo e Groucho gli esponenti della propria comicità. Quindi, Herbert (nome di battesimo dell'attore), venne sostituito da Allan Parker, giovane interprete con un passato da cantante.
Il cambiamento più significativo, come già accennato, fu caratterizzato proprio dal passaggio del trio dalla "Paramount" alla "Metro Goldwin Mayer". Sotto questo aspetto, i Marx, furono costretti per la prima volta nella loro carriera ad andare incontro a importanti limitazioni circa la loro esuberanza comica. Infatti la "Paramount" non poneva freni alla verve satirica dei fratelli, il trio imperversava in qualunque scena eliminando ogni parvenza di logica nei film. In questo senso, finché la "Paramount" aveva un ritorno monetario cospicuo, non escludeva assolutamente nulla ai quattro fratelli. Quindi, con il passaggio alla "MGM" il modus operandi del trio subì notevoli cambiamenti.

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