martedì 23 ottobre 2007

Recensione VINCITORI E VINTI

Recensione vincitori e vinti




Regia di Stanley Kramer con Spencer Tracy, Burt Lancaster, Richard Widmark, Marlene Dietrich, Maximilian Schell, Montgomery Clift

Recensione a cura di Mimmot

Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe della LX Armata del Primo Fronte Ucraino dell'Unione Sovietica entravano nel campo di concentramento di Auschwitz, liberando gli ultimi sopavvissuti e rivelando al mondo, per la prima volta, gli orrori del nazismo.
Successivamente le truppe di Inghilterra e Stati Uniti liberavano altri campi di sterminio totale, come Dachau, Mauthausen, Buchenwald, e altri, tanti altri ancora, riprendendo immagini di scene sconvolgenti, che testimoniavano a quale aberrate livello di degradazione può giungere la ferocia dell'uomo quando si accanisce contro un suo simile.

Nel novembre del 1945 le potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale istituirono nella città di Norimberga, simbolo spettrale dello sconfitto nazismo, un Tribunale speciale con il compito di giudicare gli alti gerarchi del Terzo Reich che si erano resi responsabili di crimini di guerra, il più aberrante dei crimini della storia dell'umanità.
Tre anni più tardi uno dei processi (in tutto furono dodici) fu istituito per giudicare quattro alti magistrati (Hamil Hann, Frederick Opstetter, Verner Lampe, Herns Janning) che, nel momento più alto della follia nazista, simulando ignoranza, per convinzione o convenienza, applicarono leggi razziali palesemente inique e inumane, che permisero pratiche mediche aberranti sui prigionieri (alienati, zingari, omosessuali, comunisti) ritenuti esseri inferiori per razza, cultura e provenienza, e consentirono l'avvio del genocidio del popolo ebreo, dando così legittimazione giuridica alla politica di discriminazione e di sterminio che ne seguì.
Personalità come quei quattro magistrati erano il simbolo dell'asservimento al regime nazista della quasi totalità della società tedesca, e più in generale dell'intero popolo, che nei confronti di questo "mostro" si dimostrò acriticamente e colpevolmente consenziente.

[...]

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