Recensione jules e jim
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Recensione a cura di foxycleo (voto: 9,5)
Non si può commentare un film di Truffaut senza fare una breve introduzione sulla Nouvelle Vogue, ovvero la "nuova ondata" del cinema che dalla fine degli anni cinquanta ha contribuito a creare un'immagine romantica di registi ed autori, portando l'immediatezza del divenire sul grande schermo.
I film manifesto di questa nuova tendenza, che sfidava con l'imposizione della personalità e dell'introspezione i canoni dell'industria, sono "Le beu Serge", "I cugini" di Claude Chabrol; "Fino all'ultimo respiro" di Jean-Luc Godard e "I quattrocento colpi" di Francois Truffaut.
Pupillo del noto critico Andrè Bazin, per cui il cinema aggiungendo il movimento alla fotografia cattura del reale apparenza e anima e diviene come un precipitato della realtà, Francois Truffaut dirige il suo terzo lungometraggio, "Jules e Jim", nel 1961 che uscirà nelle sale l'anno seguente. Questo film, di incredibile successo ancora oggi, è tratto dal primo romanzo di Henri-Pierre Rochè che si intitola proprio "Jules e Jim" e risale al 1953.
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