Recensione signorina effe
Recensione a cura di gerardo (voto: 7,5)
La crisi dell'industria, tra la fine degli anni '70 e i primi '80, passo successivo alla crisi petrolifera e alla stagflazione di qualche anno prima, è il segno di un cambiamento strutturale nelle politiche e negli assetti sociali del capitalismo occidentale. La produzione arranca anche per effetto della saturazione dei mercati e del conseguente calo della domanda, mentre tutti i sistemi politici occidentali, in particolar modo quelli europei, impostati dal dopoguerra su un capitalismo "socialdemocratico", che tende alla protezione delle fasce sociali più deboli attraverso i meccanismi redistributivi del Welfare State, vengono ora messi in discussione a favore di un liberismo più estremo e soppiantati da un conservatorismo che punta l'indice contro la spesa pubblica e incentiva l'iniziativa privata come unica risorsa propulsiva per la società. La prima conseguenza di questa mutazione socio-politica è la disoccupazione di massa.
Torino, settembre 1980. La FIAT annuncia un taglio di 14.496 operai sulle linee di produzione. È mobilitazione generale.
Emma (Valeria Solarino) è un neocolletto bianco, impiegata nel settore informatico (ai "calcolatori") della FIAT e laureanda in matematica. Ha una storia con Silvio (Fabrizio Gifuni), ingegnere e dirigente FIAT, futuro yuppie degli immediati anni a venire. Sergio (Filippo Timi) è un operaio della catena di montaggio di Mirafiori, tra quelli che rischiano seriamente il proprio posto di lavoro. Le storie - simboliche - dei tre protagonisti sono destinate ad incrociarsi, e a scontrarsi, nei 35 giorni di sciopero lungo i quali si snoda il film.
[...]
Leggi la recensione completa del film SIGNORINA EFFE su filmscoop.it
Nessun commento:
Posta un commento