giovedì 10 aprile 2008

Recensione TUTTA LA VITA DAVANTI

Recensione tutta la vita davanti




Regia di Paolo Virzì con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Elio Germano, Massimo Ghini, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Teresa Saponangelo

Recensione a cura di GiorgioVillosio

Neo laureata in filosofia, la giovane Marta viene assunta in un call center, lavoro precario, alienante e squallidamente competitivo; ma precario è pure tutto quello che le si muove intorno. Solo alla fine troverà soluzione a tanto disagio, recuperando una dimensione più umana di affetti familiari e di onestà.

Sgombriamo innanzitutto il campo da alcuni equivoci: "Tutta la vita davanti" viene presentato come il film sul lavoro giovanile precario, ma non è solo questo. Inoltre, per il cinema di Paolo Virzì si continua a scomodare il termine di "commedia all'italiana" in modo non appropriato e riduttivo.
Il genere "all'italiana" si differenzia sostanzialmente da quello generico della commedia brillante per specifici contenuti di satira del costume e dell'ambiente borghese del suo periodo di auge: a cavallo degli anni '50 /'70, a seguito del miracolo economico e della trasformazione della nostra società da agricolo-industriale a piccolo borghese, indistintamente.
Altra differenza è rappresentata dal contesto locale. La commedia all'italiana classica era in prevalenza un fatto romano come ubicazione, linguaggio e realtà socio-culturale, in una dimensione dove trionfavano possibilismo, pressappochismo e tendenza a "tirare a campà"; dove una giornata "se rimedia", non "si guadagna". Le storie ivi narrate fondavano le radici nell'humus precedente del neorealismo italiano del dopoguerra, pur facendo sorridere.

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