Recensione 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni
Recensione a cura di Marco Iafrate (voto: 8,0)
Telecamera fissa, una stanza, il disordine è imperante, una ragazza seduta su un letto disfatto fuma nervosamente, lo sguardo intimorito, accanto una valigia aperta, di fronte a lei un'altra ragazza. Le due stanno dialogando, l'atmosfera appare soffocante; a contrastare questo grigiore da dietro una finestra in fondo alla stanza cadono lievi dei fiocchi di neve; la ragazza in piedi esce dalla stanza, ci troviamo in un istituto, precisamente nella casa dello studente. Fuori il grigiore non cambia, un corridoio lungo e buio, altre stanze; in alcune si vendono prodotti cosmetici e pacchetti di sigarette a mo' di mercato nero, docce e bagni in comune, stesso senso di oppressione. La ragazza dopo un breve giro fa rientro nel suo alloggio, l'altra sta preparando la valigia, parlano di un problema da risolvere e su come gestire una somma di denaro. Quello che si evince è che il problema riguarda la ragazza che fumava nervosamente e che appare psicologicamente più fragile; l'altra, apparentemente più sicura, sembra intenzionata a risolverlo: prende dei soldi, indossa una giacca ed una sciarpa ed esce di nuovo dalla stanza.
4 mesi, 3 settimane e 2 giorni è il tempo che separa la bellezza di una gioia naturale dall'angoscia di un dolore paralizzante, è un interludio tra la possibilità di una nascita e la certezza di una morte.
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